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Cecilia Sala libera, che succede ora ad Abedini? Media Usa: «Meloni ha strappato l’ok di Trump alla non estradizione». E ora a Roma arriva Biden

08 Gennaio 2025 - 23:47 Ugo Milano
La scarcerazione di Cecilia Sala porterà anche a quella dell'ingegnere iraniano voluto dagli Usa? Tajani frena: «Se ne occupa la magistratura indipendente»

Che ne sarà di Mohammad Abedini, l’ingegnere iraniano detenuto a Opera su cui pende un mandato di estradizione negli Usa, ora che Cecilia Sala è stata liberata ed è rientrata in Italia? Il caso dell’arresto della reporter, nonostante tutte i tentativi di smentita iraniani (e italiani), è stato sin da subito legato a quello dell’uomo dei droni, che per Washington avrebbe fornito dispositivi e materiali elettronici all’Iran impiegati anche in un attacco in Giordania costato la vita a tre marines. Il regime, pur negando via ufficiale di voler usare Sala come pedina di scambio, subito dopo il rilascio della 29enne ha fatto filtrare l’auspicio che Abedini «ora torni presto a casa». Proprio mentre i giudici italiani, sono chiamati ad esprimersi sui termini della sua carcerazione e sull’estradizione il prossimo 15 gennaio. Sul caso potrebbe intervenire d’imperio il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Si era ipotizzato lo facesse già nelle ore successive al rientro di Sala in Italia, ma così, per il momento, non è stato. Abedini per ora resta in carcere, il suo destino incerto. Per Antonio Tajani la sua è «un’altra vicenda, che riguarda l’autorità giudiziaria». La cui gestione «tocca alla nostra giustizia indipendente, che non prende ordini dal governo: esaminerà le carte e poi deciderà se concedere i domiciliari». La stessa procuratrice generale di Milano Francesca Nanni ha detto che al momento «non ci sono novità» sulla situazione di Abedini.

La fermezza degli Usa

Resta il fatto che sullo sfondo c’è l’alleato più forte e per questo “ingombrante” dell’Italia: gli Stati Uniti, alle prese oltre tutto con una delicatissima transizione di potere. Dopo la liberazione di Cecilia Sala, il consigliere per la sicurezza nazionale di Joe Biden, John Kirby, è intervenuto per ricordare come la gestione del caso «è stata una decisione italiana, dall’inizio alla fine». «Sfortunatamente – ha aggiunto Kirby – il regime iraniano continua a detenere ingiustamente persone provenienti da molti altri Paesi, spesso per utilizzarle come leva politica e ognuno di loro dovrebbe essere rilasciato adesso». Nessun commento ufficiale sulla richiesta di estradizione dell’iraniano. Tuttavia una fonte del Dipartimento di Stato sottolinea all’Ansa che il programma di droni del regime di Teheran «è pericoloso e mette a rischio la pace». «Rimaniamo piuttosto preoccupati – ha riferito all’agenzia una fonte – per la proliferazione da parte dell’Iran di droni, sempre più avanzati e letali, e per il suo continuo sostegno a gruppi terroristici che rappresentano le principali minacce alla pace e alla stabilità nella regione». Gli Usa, ha assicurato il funzionario, «restano impegnati a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per contrastare l’intera gamma delle azioni destabilizzanti dell’Iran».

La svolta nel weekend a Mar-a-Lago?

Dietro la crosta di fermezza Usa, in realtà, stanno le trattative e gli scambi portati avanti nelle ultime settimane sull’asse Roma-Washington-Mar-a-Lago. L’interlocuzione è stata costante ed è culminata nel viaggio di Giorgia Meloni in Florida per parlarne direttamente della questione con Donald Trump. Ottenendo il risultato, secondo il Wall Street Journal, che il presidente eletto americano avrebbe dato il sostanziale via libera a Roma alla non estradizione di Abedini. Meloni parlerà della faccenda d’altronde molto presto pure con Joe Biden, atteso da giovedì in Italia per l’ultimo viaggio all’estero della sua presidenza. Oltre all’incontro con papa Francesco, il presidente avrà colloquio con Sergio Mattarella e Giorgia Meloni per ribadire l’alleanza «stretta e duratura» tra Italia e Stati Uniti. Biden «ringrazierà la premier per la sua forte leadership del G7 nell’ultimo anno e il sostegno all’Ucraina», ha sottolineato Kirby. E forse ingoierà il rospo che la premier gli consegnerà sul (presunto) “uomo dei droni” di Teheran.

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