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Donald Trump e la Groenlandia, l’altolà di Ue e Onu: «Rispetti la sovranità degli Stati». La Danimarca: «Pronti a dialogare»

08 Gennaio 2025 - 22:23 Simone Disegni
donald trump groenlandia
donald trump groenlandia
L'Europa in allarme per le minacce di annessione del territorio artico. La Francia: «Una forma di imperialismo». Blinken: «Non fa sul serio»

Il giorno dopo le neppure troppo velate minacce di annessione forzata della Groenlandia agli Usa, l’Unione europea leva gli scudi in difesa della sovranità territoriale di un proprio membro, la Danimarca. Neppure il più pessimista tra i leader europei poteva aspettarsi che la seconda presidenza di Donald Trump potesse aprirsi – anzi, mancano ancora 12 giorni – in modo tanto traumatico, ma tant’è. «Può escludere che userà la forza militare per raggiungere i suoi scopi su Canale di Panama e Groenlandia?», gli aveva chiesto ieri un giornalista del New York Times in conferenza stampa. «No, non escludo nessuna delle due», risposta secca di Trump. A dargli per prima l’altolà stamattina è stata la Francia. «È escluso che l’Unione europea consenta ad altri Paesi, quali che siano, di violare i suoi confini sovrani», ha detto il ministro degli Esteri di Parigi Jean-Noël Barrot. A rincarare la dose, poco dopo, è stata la portavoce del governo francese Sophie Primas, che ha bollato le minacce di Trump come «una forma di imperialismo». Anche la Commissione europea ha censurato le mire espansionistiche americane, pur in forma indiretta. «Non entriamo nello specifico delle dichiarazioni» di Donald Trump, ma «è chiaro che la sovranità degli Stati deve essere rispettata, e questo vale anche per il Regno di Danimarca», ha puntualizzato un portavoce dell’esecutivo Ue, aggiungendo, comunque, che «noi vogliamo lavorare ad una forte agenda transatlantica, focalizzata su una forte cooperazione su comuni interessi strategici».

L’intervento dell’Onu e l’ira della Groenlandia

Ancor prima che europea, d’altra parte, la questione è internazionale, poiché ha a che fare con le fondamenta essenziali del diritto internazionale post-1954. «Fa fede la Carta delle Nazioni Unite» e il principio secondo il quale le frontiere non possono essere modificate con la violenza, si vede costretto a ricordare il governo tedesco. E quel principio alla fine si vede costretta a ribadire la stessa Onu: «Abbiamo a che fare con un’Amministrazione americana per volta», s’è premurato di chiarire il portavoce del Palazzo di Vetro Stephane Dujarric. Ma è chiaro che «la questione riguardo sovranità e integrità territoriale è ampiamente trattata nella Carta Onu che tutti gli Stati membri hanno firmato», puntualizza rispondendo a una domanda dell’Ansa. Cosa forse ancor più importante, a respingere con forza le avances di Trump è al momento la stessa Groenlandia. «La Groenlandia è dei groenlandesi. Ci tengo a ripeterlo», ha detto il primo ministro del territorio autonomo Múte B. Egede arrivando la scorsa notte a Copenaghen. Quanto alle minacce di annessione con la forza di Trump, ha aggiunto, «credo siano affermazioni gravi».

La prudenza della Danimarca (e dell’Amministrazione Biden)

Più smussati gli angoli della replica di queste ore della Danimarca, che se respinge al mittente le minacce di annessione con la forza fa sapere di essere però «aperta al dialogo» con gli Usa sulla cooperazione nell’Artico, compresa «la salvaguardia degli interessi americani nella regione». «Non credo si tratti di una crisi di politica estera, la Danimarca cerca collaborazione e non attriti», ha indorato ulteriormente la pillola il ministro degli Esteri di Copenaghen Lars Lokke Rasmussen. A provare a convincere danesi ed europei che Trump però abbaia ma non morde è, da parte sua, il segretario di Stato uscente Antony Blinken. Secondo il “ministro degli Esteri” di Joe Biden, oggi a Parigi e atteso domani a Roma, la sparata di ieri del presidente eletto sulla Groenlandia «non è ovviamente buona, ma forse la cosa ancora più importante è che non si realizzerà». Ma ai cittadini del territorio artico che ieri hanno osservato coi loro occhi la «visita privata» del primogenito del tycoon, Donald Trump Jr., qualche fondato dubbio resta.

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