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Steve Bannon ha le idee chiare su Elon Musk: «Vuole solo i soldi, va allontanato da Trump e deve tornare in Sudafrica»

08 Gennaio 2025 - 05:23 Alba Romano
steve bannon donald trump elon musk
steve bannon donald trump elon musk
L'ex stratega: lo butterà fuori dall'insediamento. Meloni? Può essere utile ma deve cambiare idea sull'Ucraina

«Otterrò che Elon Musk sia cacciato via entro l’insediamento. Non avrà un pass blu con pieno accesso alla Casa Bianca. Sarà come chiunque altro». Steve Bannon, l’ex stratega di Donald Trump, ha le idee chiare su Musk. E ne parla oggi in un’intervista al Corriere della Sera: «È una persona davvero malvagia. Fermarlo è diventata per me una questione personale. Prima, dal momento che ha messo così tanti soldi, ero pronto a tollerarlo. Non più». Bannon è il megafono del movimento Make America Great Again. Ed è finito in carcere violando l’ordine di comparizione della Camera proprio per fedeltà all’attuale presidente degli Stati Uniti. Ha ricevuto la grazia proprio da Trump.

L’immigrazione

Adesso litiga con il braccio destro del presidente. Sul tema che a Trump sta più a cuore: l’immigrazione. La materia del contendere sono i visti H1B per immigrati specializzati e di talento di cui Musk si è detto sostenitore, salvo poi fare parziale marcia indietro dicendo che vanno riformati. Maggie Haberman del New York Times dice che Trump «si lamenta con la gente di quanto Musk sia un po’ troppo presente». Eppure sui visti ha dato ragione a Musk. Ma il 67% della base Maga è ostile. «Il problema è che i tecno-feudatari li usano a proprio vantaggio e la gente è furiosa. Il 76% degli ingegneri a Silicon Valley non sono americani. È una parte centrale del riprenderci la nostra economia. Sono i lavori migliori, e neri e ispanici non vi hanno accesso», spiega Bannon a Viviana Mazza.

«I miliardari fanno soldi»

Bannon non cerca alleati: «Peter Thiel, David Sachs, Elon Musk sono tutti sudafricani bianchi… Dovrebbe tornarsene in Sudafrica. Perché abbiamo sudafricani bianchi, le persone più razziste del mondo, a commentare su tutto ciò che succede negli Stati Uniti? Certo, adoro Bernie (Sanders, ndr) che si aggrega solo ora al party sui visti H1B. Facciamo questa battaglia da 10 anni e Bernie non ha detto una parola per via di tutti i soldi che il partito democratico prende dai tecno-feudatari. Metteremo a nudo la corruzione del sistema americano, come i soldi controllano tutto, e speriamo di ispirare l’Italia a svegliarsi».

Musk, Meloni e Trump

Bannon dice che Musk non era presente all’incontro di Trump con Giorgia Meloni perché «c’erano due leader politici. E c’era il team di sicurezza nazionale di Trump. Musk non fa parte di questo governo, sta facendo un rapporto di efficienza per aiutarci a costruire lo Stato amministrativo, ma sarebbe stato inappropriato che ci fosse anche lui. Il presidente Trump ha un’alta opinione di Meloni e sono certo che lei gli ha parlato anche della situazione in Ucraina. Mi rendo conto che c’è la questione iraniana, ma l’Ucraina è una delle cose più urgenti. Penso che Trump rispetti la comprensione di Meloni della situazione ucraina. Sono certo che Marco Rubio, Scott Bessent, Waltz e altri nell’apparato di sicurezza nazionale di Trump ritenessero inappropriato avere Musk nelle vicinanze di tutto ciò».

Musk e l’Europa

E sull’interventismo di Musk nella politica europea sostiene che «ha subito una grossa sconfitta in America sui visti H1B, ha deriso il nostro movimento come razzista e di ritardati, e ha perso. Ha la maturità di un bambino. Ha cercato di cambiare discorso, dopo la perdita di credibilità negli Stati Uniti e il fatto che, francamente, le persone intorno a Trump sono stanche di lui. Abbiamo visto la sua natura intrusiva, la sua mancanza di comprensione dei veri temi e il suo appoggio solo per se stesso. Il suo unico obiettivo è diventare trilionario. Farà qualsiasi cosa per assicurarsi che ogni sua azienda sia protetta o abbia un accordo migliore o faccia più soldi. L’aggregazione di ricchezza e, attraverso la ricchezza, di potere: è questo il suo obiettivo. I lavoratori americani non lo tollereranno. Sono stato un sostenitore dell’assegno da 250 milioni di dollari che ha staccato per Trump e sono un sostenitore del suo coinvolgimento coi movimenti di estrema destra in Europa: spero che stacchi assegni e dia loro una piattaforma. Quello che non è positivo è che all’improvviso tenti di applicare le sue idee raffazzonate che puntano all’implementazione del tecno-feudalesimo su scala globale».

Meloni e l’Ucraina

E ancora: «L’ho buttato fuori dalla Casa Bianca ogni giorno per 30 giorni di seguito nel 2017, quando cercava di ottenere sussidi pagati dai lavoratori americani, in pratica tasse su gente che guadagna 35 mila dollari l’anno, per la riscrittura del software di Tesla. Non ho bisogno di parlare con Elon Musk, so a cosa mira». Poi, su Meloni: «Non penso che conti affatto. Io sono la prima figura politica globale che ha appoggiato Meloni perché ne vedevo il potenziale. La cosa migliore che può fare è aiutare Trump a risolvere la situazione ucraina al più presto. E non deve venire negli Usa per farlo. Spero che Meloni abbia davvero cambiato idea sull’Ucraina e capito i suoi errori. Non parlo per Trump, parlo per l’estrema destra Usa e dico: per favore, aiuti il presidente a porre fine alla guerra e andare al tavolo negoziale. Può essere una grande intermediaria e, speriamo, rimediare ai suoi fallimenti nell’ultimo paio d’anni».

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