Giorgia Meloni: «Cecilia Sala libera, che emozione». La difesa di Trump e Musk: «Nessun pericolo per la democrazia o l’Ucraina». E chiude al rimpasto
13.44 – I rapporti con Mattarella e la famiglia Berlusconi
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella fa opposizione al governo? «Non ne ho notizia e non sono d’accordo con la mia parlamentare che lo ha detto», sgombra i dubbi Meloni rispondendo all’ultima domanda della conferenza stampa. Piersilvio Berlusconi scenderà in campo, e se sì che effetto avrebbe ciò sul centrodestra? «Con lui così come con Marina ho un ottimo rapporto personale, ma penso che la domanda dobbiate rivolgerla a loro. Dopodiché – allarga platealmente le braccia – sarei aperta e disponibile a parlarne sia con gli interessati che con voi», dice la premier.
13.35 – Cecilia Sala e gli altri: «Dobbiamo trovare modi per proteggere meglio i giornalisti all’estero»
«Su Cecilia Sala non posso dire che qualcuno abbia sbagliato». Ma la premier coglie l’occasione dell’ulteriore domanda sulla sua liberazione per una proposta sulla “gestione” dei giornalisti che fanno inchieste rischiose nel mondo. «È un bene prezioso. Forse approfittando dell’occasione di questa conferenza stampa e di quanto accaduto con lei (Cecilia Sala, ndr), possiamo cercare di ragionare insieme su come fare un salto di qualità nella protezione di questi giornalisti che vanno in giro per il mondo? Forse possiamo aiutarli a fare meglio il loro lavoro ed essere meno esposti. Avevo chiesto al sottosegretario Mantovano di chiedergli di organizzare una riunione su questo, anche con le associazioni del settore, per capire strumenti e regole d’ingaggio. Ora può essere di nuovo l’occasione», fa notare Meloni. «Siamo a disposizione, piena volontà di collaborare», risponde brevemente il presidente dell’Ordine dei giornalisti.
13.26 – Io leader più potente d’Europa? «Userò l’influenza per aiutare l’Ue»
«Come diceva l’Uomo Ragno a un grande potere corrisponde una grande responsabilità», dice Meloni dopo aver incassato con favore il titolo datole dalla testata europea Politico di leader più forte d’Europa. Dopodiché, scherzi a parte, Meloni dice di non sentirsi in competizione con gli altri primi ministri d’Europa. «Ma se ho un’influenza cercherò di spenderla in modo concreto, proattivo per contribuire a che questo continente non scivoli nell’irrilevanza».
13.22 – Ernesto Maria Ruffini capo dell’opposizione? «Faccia ciò che vuole, ma non incolpi me delle sue dimissioni dall’Agenzia delle Entrate»
«Che Ernesto Maria Ruffini vada a fondare un’associazione con Romano Prodi per chiedere più spazio nel Pd dando la colpa a me che non lo sostengo abbastanza nella lotta all’evasione mi pare quanto meno singolare», sorride la premier, che ricorda come il record di introiti dalla lotta all’evasione sia stato toccato proprio negli ultimi due anni sotto il suo governo. Poi, dice riguardo a colui che è stato chiacchierato come possibile nuovo “federatore” del centrosinistra dopo le dimissioni da direttore dell’Agenzia delle Entrate, «ognuno è libero di fare ciò che vuole».
13.13 – Il record nella lotta alla disoccupazione
«La disoccupazione è ai minimi storici, Silvio Berlusconi sarebbe fiero di noi», rivendica la premier. «Dopodiché non si fa mai abbastanza», chiarisce, ricordando i problemi da affrontare per i giovani rispetto a lavoro e formazione.
13.05 – «Renzi vuol prendere soldi dall’estero? Allora si dimetta dal Parlamento»
La legge che vieterà incarichi con emolumenti da Paesi esteri a parlamentari e istituzioni di governo, detta anti-Renzi, è «di iniziativa parlamentare, e la condivido», dice Meloni rispondendo alla domanda di Open. «Penso sia giusto che chi ricopre incarichi istituzionali non prenda soldi da enti esteri. La notizia se mai è che serva una legge per far rispettare questo principio di base. Renzi dice di non essere l’unico? Vero, tutti di sinistra per altro. Ma tutti gli altri hanno avuto la buona creanza di lasciare il Parlamento. Che sia al governo o all’opposizione quello che lui fa coinvolge l’Italia», contrattacca nei confronti dell’ex premier.
13.00 – Chiarimenti su Elon Musk
La sede di Acca Larenzia è una storica sede del Movimento sociale italiano. So che era stata messo in vendita dall’Inail. Sono contenta che non sia diventata un fast food», dice la premier, che poi, costretta a tornare di nuovo su Elon Musk chiarisce ancora: «Non sono appassionata di commenti su altri Paesi, sono felice che non lo siate neanche a voi». Ma le ingerenze vere, ribadisce, sono quelle fatte da George Soros, e non ci si può trincerare dietro i timori di presunte campagne antisemite.
12.53 – Meloni e le formiche: risate in sala
Se calpesto le formiche? Meloni si mette le mani metaforicamente nei capelli: «Se le vedo cerco di evitare, non lo so, che devo rispondere..?», risponde la premier alla domanda più bizzarra di tutta la conferenza stampa. Mentre la sala scoppia a ridere imbarazzata.
12.50 – Arianna Meloni sotto tiro: «C’è dietro una strategia»
«Non penso che mia sorella Arianna sia nel mirino dei giudici, ma mi stupisce che sia tirata in mezzo su questioni di cui non si occupa. Perché una falsità può essere una svista, e così due o tre, ma se sono quattro significa che c’è dietro una strategia. Mi chiedo allora quale».
12.45 – «Che fatica fare la premier, ho visto una serie tv in due anni»
Se mi ricandiderò nel 2027? «Al momento non ne ho idea, lo deciderò quando sarà il momento. Sapete che non sono abbarbicata alla poltrona. Certo questo è un lavoro faticoso», ammette la premier. Anche per questo le mancano i piaceri della vita di tutti i giorni. «Non vedo una serie da due anni, tranne una, quella su Elisa Claps: bellissima». Ed è per questo, risponde al cronista di Repubblica, che no, non guarderà la nuova serie (su Sky) sulla figura di Benito Mussolini né ha letto il libro di Antonio Scurati da cui essa è tratta.
12.38 – Dazi e difesa, la risposta alle minacce di Trump e la polemica con Biden
Come reagirà il governo Meloni alle minacce di Trump di porre dazi e alla richiesta monstre di salire fino al 5% del Pil di investimenti in difesa? «Penso che gli scogli si superino con il dialogo. Nello specifico della materia di difesa il problema non è tanto con gli Stati Uniti, quanto interno all’Unione europea, dove si devono trovare strumenti di adeguata difesa che ad oggi nn ci sono». I dazi, ammette la premier, «per noi sarebbero un problema. Ma non è una novità che le Amministrazioni Usa pongano il problema dell’avanzo commerciale, Trump non è il solo protezionista», dice Meloni, secondo cui è stato Joe Biden con la sua Amministrazione a proteggere per primo le aziende americane con i maxi-incentivi dell’Ira.
12.34 – La legge De Luca sul terzo mandato sarà impugnata
Come noto, la premier è contraria ad aumentare il numero di mandati possibili per i governatori regionali: «Gli uffici di palazzo Chigi stanno valutando se le regioni possano autodeterminarsi, il nostro convincimento è che sia una norma di rilevanza nazionale, quindi oggi impugniamo la legge della Campania. A livello di maggioranza non c’è una posizione univoca, io personalmente penso che sarebbe incoerente aprire a questo fronte, anche perché per il premierato abbiamo messo un limite di due mandati. Si può pensare di fare una legge, ma non possiamo fare uno si e uno no».
12.30 – Con Trump rapporto «privilegiato»
Meloni non conferma che il viaggio del weekend a Mar-a-Lago sia stato determinante per la liberazione di Cecilia Sala (ma difficilmente potrebbe fare altrimenti): Il viaggio non rituale era una idea che è nata durante l’incontro che abbiamo avuto a Parigi. E’ stata occasione per confermare un rapporto molto solido, non so se posso dire privilegiato. Italia e Stati uniti hanno un rapporto solido e questo “indipende” dal colore politico delle rispettive leadership. Ma un legame particolare «sarebbe un valore aggiunto per Italia e Europa. Abbiamo parlato solo del quadro generale, anche perché le regole degli Stati uniti su questo sono molto rigidi – dice a proposito di Sala – Per il 20 (giorno dell’insediamento di Trump) mi farebbe piacere esserci, se riesco volentieri partecipo».
12.23 – Elon Musk? «Esprime le sue idee, non interferisce sulla politica di altri Paesi»
«Non ho notizia che Elon Musk abbia avuto un ruolo nella liberazione di Cecilia Sala», dice Meloni. Che su di lui in generale chiarisce a domanda specifica: «È una persona facoltosa che esprime le sue opinioni. È un pericolo per la democrazia e la sovranità dei Paesi? Non è il primo. Di persone note e facoltose che esprimono le loro opinioni io ne ho viste parecchie. Spesso contro di me. Non ricordo che qualcuno si sia scandalizzato. Il problema sarebbe quando persone del genere usano le loro risorse per finanziare partiti, persone e movimento politici per condizionare gli Stati nazionali. Non mi risulta che Elon Musk lo stia facendo. Mi risulta che lo faccia invece George Soros: questa sì la considera una pericolosa interferenza negli affari di altri Paesi. E la chiamavano filantropia. Forse il problema è che Musk non è di sinistra?». Insomma Meloni assicura di non vedere pericoli per la democrazia dal re di X, Tesla e SpaceX. «Ingerisce nella campagna elettorale tedesca? E le ingerenze sull’Italia dei Cancellieri tedeschi ce le siamo scordate?», contrattacca dura la premier.
12.18 – FdI è una “opzione” per il Veneto
Sempre a proposito del riottoso alleato leghista, Meloni dice che Fratelli d’Italia mantiene il suo interesse ad esprimere il candidato: «Per il Veneto FdI è un’opzione che deve essere tenuta in considerazione, ma l’obiettivo è vincere le elezioni. Non amo che tramite la stampa si lancino frecciate, penso che dobbiamo prima parlarne e poi comunicarlo alla stampa».
12.15 – Il no al rimpasto: «Salvini sarebbe un ottimo ministro degli Interni, ma ora c’è Piantedosi»
La parola rimpasto ha rifatto capolino, le chiede un giornalista? «Non è parola cui sono favorevole», chiude la porta Meloni, che punta «a grandi falcate» a scalare la classifica di longevità dei governi italiani. «Matteo Salvini sarebbe un ottimo ministro degli Interni, però anche Piantedosi è un ottimo ministro degli Interni, pertanto non credo che al momento attuale questa cosa sia all’ordine del giorno», chiarisce la premier. E su Daniela Santanché, Meloni dice semplicemente: «Vediamo cosa decide la magistratura e poi deciderò».
12.10 – «Mi spiace per Todde, ma mai successo che chi decade non prende atto»
Una frecciata al centrosinistra arriva quando si parla del caso Todde, dichiarata decaduta dall’ufficio elettorale sardo: «Non sono il tipo che gioisce se qualcuno che vince le elezioni decade per questioni giudiziarie o burocratiche, dico però che è anche la prima volta che non accade. Ricordo che ci sono stati casi di elezioni vinte da liste che non erano state ammesse. Anche sul fatto che M5s e Partito democratico non vogliano ratificare questa decisione, segnalo che quando fu Berlusconi a decadere si disse che il parlamento doveva semplicemente ratificare. Dopodiché non festeggio».
12.09 – «No alla pace senza l’ok dell’Ucraina, Trump non vuole disimpegno Usa»
«Sono disposta a sostenere le opzioni che è disposta a sostenere l’Ucraina», dice Meloni sui progetti per garantire la sicurezza di Kiev in futuro. «Bene andare in direzione della pace, ma non possiamo avere certezze che quanto accaduto nel febbraio 2022 accada di nuovo, quindi dobbiamo costruire il modo per evitarlo. Le condizioni per la pace si negoziano tra chi è in guerra, ma perché sia giusta l’Ucraina deve essere d’accordo». «Francamente non vedo un disimpegno degli Usa col ritorno di Donald Trump. Lui ha parlato di “pace attraverso la forza”, e io ho detto in questi due anni ai critici della nostra strategia che l’unico modo di arrivare alla pace, di costringere la Russia a sedersi al tavolo delle trattative era metterla in condizioni di difficoltà», sottolinea la premier, ribadendo di non pensare che Trump abbandonerà l’Ucraina. Anche perché «la Russia si è impantanata in Ucraina, anche grazie al sostegno dell’Occidente, che il Cremlino non si aspettava».
12.05 – Il percorso verso il referendum sull’autonomia
Se farò campagna elettorale in vista del referendum sull’autonomia? «Spiegherò ai cittadini il senso delle nostre iniziative, se s’intende questo sì», dice la premier.
12.02 – L’ascolto per il Papa e il no ad amnistia e indulto
Nonostante l’appello del Papa, «ascoltato con attenzione», Meloni ribadisce di non voler fare amnistie o indulti: «L’Italia farà di tutto per migliorare le condizioni di detenzione ai detenuti, ma dobbiamo adeguare la capienza delle nostre carceri alle necessità, non il contrario. Abbiamo nominato un commissario all’edilizia penitenziaria che ha l’obiettivo di realizzare 7000 nuovi posti in tre anni e stiamo cercando di facilitare i passaggi in comunità dei detenuti tossicodipendenti e di facilitare il ritorno in patria dei detenuti stranieri».
11.59 – «L’Italia ha l’appoggio degli altri governi Ue sul nodo dei Paesi sicuri»
«Dobbiamo attendere per valutare rispetto all’intreccio giudiziario sulla questione dei Paesi sicuri. La Corte di giustizia europea inizierà a esaminare la questione da febbraio – dice la premier tornando sul tema spinoso dell’immigrazione – Ma dalle interlocuzioni coi miei omologhi ho ragione di credere che la maggior parte degli altri Paesi Ue sosterrà la posizione dell’Italia, perché quello che noi sosteniamo riteniamo sia perfettamente in linea col nuovo Patto Ue su Migrazione e Asilo». Ma, dice la premier, «mi preoccupa di più se non si tiene conto di quanto ha detto la Cassazione, e se i giudici continuano a disapplicare i trattenimenti dei migranti ciononostante. Poi i cittadini non capiscono».
11.56 – Le dichiarazioni di Trump sulla Groenlandia e il messaggio alla Cina
La premier dice anche di avere una lettura tutt’altro che preoccupata delle dichiarazioni che ha fatto Donald Trump parlando di annessione di Groenlandia, Canada e canale di Panama: «Mi sento di escludere che gli Stati uniti si metteranno ad annettere con la forza territori che gli interessano. Conosciamo Trump e sappiamo che quando fa una cosa la fa con una ragione. Io penso che le sue comunicazioni siano soprattutto segnali ad altri grandi player globali. Il canale di Panama è un passaggio fondamentale per i commerci mondiali, la Groenlandia è un territorio importante anche per le risorse naturali. Per entrambi abbiamo notato in questi anni un crescente interessamento cinese, lo stesso in qualche modo per il Canada. Quello di Trump è un modo per dire che gli Stati Uniti non rimarranno a guardare se altri grandi player globali manifestano il loro interesse su territori determinanti per gli interessi occidentali e globali. In ogni caso ne parlerò coi miei omologhi europei».
11.52 – I centri in Albania «sono pronti a riaprire»
«Spetta al governo stabilire quali sono i Paesi sicuri e di conseguenza il giudice non può disapplicare le singole decisioni sui trattenimenti. Per quel che ci riguarda i centri in Albania sono pronti a riaprire, abbiamo un dispositivo pronto a partire in qualsiasi momento», dice Meloni sul tema immigrazione.
11.50 – L’alleanza Nord-Sud per la difesa europea
Nel sottolineare l’importanza del rapporto con la Grecia guidata da Kyriakos Mitsotakis, Meloni torna sull’importanza del viaggio prima di Natale in Finlandia per il cosiddetto “Vertice Nord-Sud” sulla difesa europea. «Qualche anno fa immaginare che Paesi “frugali” e quelli spesso trattati come non esattamente seri si vedessero insieme per parlare delle grandi questioni della sicurezza europea… beh vuol dire che stanno cambiando molte cose», rivendica la premier, che definisce molto importante quel vertice.
11.47 – «Riforme entro la legislatura, per il referendum sull’autonomia aspettiamo la Consulta»
Il tema delle riforme costituzionali è nell’agenda del 2025, dice Meloni che elenca un “cronoprogramma” piuttosto serrato: «Il mio intento è andare avanti con le riforme con velocità, ho promesso che avrei riconsegnato una Italia migliore di quella che ho trovato, penso che le riforme siano tutte in questo senso. È una priorità anche la riforma del fisco, puntiamo a chiudere nel 2025 anche la riforma tributaria». La presidente del Consiglio non sembra però convinta di riuscire a ottenere l’approvazione del premierato entro la legislatura: «Il premierato ha concluso la sua prima lettura, la riforma della giustizia è alla prima lettura alla Camera, io vorrei fare in questa legislatura anche i referendum, ma in ogni caso le principali arriveranno e non arriveremo ai due terzi. Sull’autonomia, riteniamo che la maggior parte della sentenza ricevuta sia auto applicativa, vedremo cosa succederà in materia di referendum. Io vorrei arrivare alle elezioni con il premierato approvato, ne consegue una nuova legge elettorale che però è prerogativa del Parlamento, se il premierato non arriverà in tempo la discussione sarà tutt’altra».
11.41 – L’onore delle armi a Elisabetta Belloni e l’annuncio: «Vittorio Rizzi nuovo direttore del Dis»
Perché Elisabetta Belloni si è dimessa dalla guida dei servizi segreti? «Molte ricostruzioni che ho letto non corrispondono a verità. Vero è invece quello che ha poi detto lei. L’ambasciatrice ha detto di anticipare l’uscita di scena dalla scadenza naturale del mandato per non finire nel “tritacarne” che spesso accompagna questi processi». Ma, sottolinea Meloni, «ho una stima enorme per l’Ambasciatrice Belloni e la voglio ringraziare per il lavoro enorme svolto anche nell’anno di presidenza italiana del G7. Il mio rapporto con lei rimane intatto e prevede che andrà a ricoprire altri importanti incarichi». Ma è tempo di chiudere la querelle, sottolinea la premier. «Mi ha consegnato le dimissioni prima di Natale, le vicende di questi giorni non c’entrano niente. Avevamo concordato di tenere congelata la notizia per preparare la transizione, poi è andata diversamente. Ma né la vicenda di Cecilia Sala né tanto meno quella di Starlink c’entrano nulla». E al suo posto alla guida del Dis, annuncia la premier, andrà Vittorio Rizzi, prefetto di esperienza, di cui Meloni sottolinea il curriculum e i meriti. La sua nomina sarà ufficializzata nel Cdm di oggi.
11.36 – «Non uso il pubblico per fare favori agli amici, SpaceX non ha alternative»
Sul caso del rapporto con Musk, Meloni smentisce di aver parlato della vicenda direttamente con l’imprenditore: «Usare il pubblico per fare favori agli amici non è mio costume io valuto l’interesse nazionale». Poi aggiunge: «Sul merito: SpaceX ha una tecnologia avanzata a livello planetario. Sul metodo voglio dire che è normale che sia stata avviata una interlocuzione, una impresa ti propone una cosa, tu avvii un’istruttoria e poi si valuta nelle sedi competenti che includono il Consiglio supremo di difesa e il parlamento». La presidente del Consiglio dice anche di non essere sicura di quale sarà la strada da intraprendere: «Io stessa non ho le idee chiare perché l’oggetto è molto delicato, ma non ci sono alternative pubbliche. Poi possiamo interrogarci sul perché siamo in questa situazione, in ogni caso sarebbe una scelta temporanea. L’alternativa non è affidare la protezione di questi dati ad un soggetto pubblico, ma non avere la protezione. Questo è il tema, detto che è una scelta tra due situazioni che non sono comunque ottimali». Difende però il suo rapporto con Musk: «Abbiamo lo stesso problema sui data center, ma non mi pare ci siamo stracciati le vesti. Non posso permettere che a persone che hanno un buon rapporto con me venga attaccata una lettera scarlatta, mi paiono temi per una opposizione a corto di argomenti».
11.30 – La triangolazione con Usa e Iran: «Così abbiamo messo insieme i tasselli per Cecilia»
La liberazione di Sala è arrivata all’esito di un lavoro complesso di triangolazione, con l’Iran ma anche con gli Usa, dice Meloni. «Non c’è stato un momento di svolta, è stato un lavoro continuo. Sono stati messi insieme vari tasselli che alla fine hanno messo insieme il puzzle». Che ne sarò ora di Abedini, dunque? Il suo caso «è al vaglio del tribunale e del ministero della giustizia, è una vicenda di cui dobbiamo parlare anche con i nostri amici americani», dice prudente la premier. «Mi spiace che non sia qui Biden per i problemi interni agli Usa, gli mandiamo la solidarietà per quanto accaduto, ma il confronto deve avvenire nelle sedi opportune».
11.26 – «La liberazione di Cecilia Sala l’emozione più grande da quando sono premier»
«Una bella giornata» quella di ieri con la liberazione di Cecilia Sala. «Non ho mai provato emozione più grande quanto quella di ieri quando hop chiamato la madre per annunciare la liberazione di sua figlia», dice Meloni condividendo la sua emozione. La premier torna a ringraziare tutti quelli che hanno contribuito a ottenere quel risultato, il sottosegretario Alfredo Mantovano, «tutta l’intelligence, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il corpo diplomatico, molti funzionari». E anche i giornalisti, aggiunge la premier, perché l’atteggiamento «molto responsabile della stampa» ha aiutato molto, dice. E poi la famiglia di Cecilia Sala.
11.20 – Meloni: «Dal governo nessun pericolo per la libertà di stampa»
Inizia con una nota di disappunto la conferenza stampa di Giorgia Meloni. Il presidente dell’Odg Carlo Bartoli ha posto subito in introduzione il tema della riforma della giustizia, nella parte in cui investe la professione giornalistica: il divieto di pubblicare intercettazioni nella fase di indagini. «Nessun pericolo per la libertà di stampa», assicura la premier, visibilmente infastidita. «Se i giornalisti si attendono alla deontologia della professione non hanno nulla da temere».
11.08 – Giorgia Meloni è arrivata, al via la conferenza stampa
La premier Giorgia Meloni è arrivata nell’aula dei gruppi della Camera. Prima dell’inizio, l’intervento introduttivo del presidente del Consiglio dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli. Il cui primo pensiero va a Cecilia Sala, rientrata ieri in Italia dopo 20 giorni di carcere in Iran. E la sala subito si scioglie in un convinto applauso.
10.30 – I chiarimenti su Cecilia Sala, il rapporto con Trump e Musk: i temi sul tavolo
Come si è riusciti ad arrivare alla liberazione di Cecilia Sala? Che ne sarà ora dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini? Sono le prime domande su cui si attendono chiarimenti dalla premier nella conferenza stampa di oggi – se e nella misura in cui ne vorrà dare. La liberazione della giornalista italiana, riconosciuta dalla politica e dai giornali come un grande successo anche personale di Meloni, dominerà con ogni probabilità per lo melo la prima parte dell’incontro con la stampa. Prevedibile poi che grande attenzione nelle domande dei giornalisti sarà riservata ai rapporti coi “nuovi” Stati Uniti: il rapporto con Donald Trump, che tra 11 giorni entra formalmente in carica come presidente Usa, e quello con l’uscente Joe Biden – la cui visita programmata da oggi è stata annullata a causa degli incendi a Los Angeles. E poi le relazioni con Elon Musk, compresi i riflessi sull’economia del Paese: davvero l’Italia firmerà l’accordo da 1,5 miliardi con Starlink per la copertura delle telecomunicazioni strategiche? La scelta è quella più conveniente e sicura per l’Italia? E come si posiziona Meloni sulle interferenze di Musk nelle scelte politiche di altri importanti Paesi europei? Parola alla premier.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni risponde alle domande della stampa italiana a partire dalle 11 di oggi, giovedì 9 gennaio 2025. La conferenza stampa, organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti insieme all’Associazione Stampa Parlamentare, si svolge nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera. Tradizione consolidata vedeva il o la presidente del Consiglio fare il punto con i media sull’anno alle spalle e sulle prospettive per quello venturo alla fine di dicembre (prima o dopo Natale). Per il secondo anno di fila, tuttavia, l’appuntamento con Giorgia Meloni ha luogo invece all’inizio dell’anno nuovo. Lo scorso anno la conferenza stampa fu posticipata (al 4 gennaio) per ragioni di salute della premier. Quest’anno è stata indetta direttamente per il 9 gennaio. Coincidenza vuole ora che l’appuntamento si tenga proprio all’indomani dell’agognata liberazione di Cecilia Sala, la giornalista italiana incarcerata in Iran per quasi tre settimane in assenza di accuse e ritornata finalmente in Italia ieri, mercoledì 8 gennaio, grazie al lavoro sotto traccia del governo, della diplomazia e dell’intelligence.