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Carolina Morace e il coming out a 56 anni: «Ci sono arrivata grazie a mia moglie»

10 Gennaio 2025 - 06:33 Alba Romano
carolina morace coming out
carolina morace coming out
L'ex calciatrice oggi europarlamentare M5s: «L'Italia indietro sui diritti civili»

Carolina Morace è il simbolo del calcio femminile in Italia. Ha vinto 12 scudetti e 12 classifiche dei marcatori dopo aver segnato 500 reti. Poi è diventata allenatrice. E alza gli occhi al cielo quando le chiedono se entra nello spogliatoio dei maschi: «No, per parlare con i miei giocatori mandavo piccioni viaggiatori!». Oggi è europarlamentare del Movimento 5 Selle. È sposata con l’australiana Nicola Jane Williams. E a Gaia Piccardi sul Corriere della Sera dice che il suo coming out risale a quando aveva 58 anni.

Venezia

La sua storia personale comincia a «Venezia, un campo di periferia. Sono figlia di un ufficiale di Marina. Ogni giorno, dopo pranzo, gioco a pallone con mio fratello finché mia mamma non apre la finestra e ci richiama dentro a studiare. Ho 5 anni». A 11 anni debutta nel campionato femminile con un cartellino falso (ce ne vogliono 12): «Erano anni in cui uno degli allenatori più intervistati, Eugenio Fascetti, diceva che noi non potevamo giocare a calcio. Perché? Perché siete donne, rispondeva. Punto. La sensazione di aprire una strada c’era eccome. Ma deve capire che noi antenate avevamo una spinta feroce rispetto alle giocatrici attuali, che mi paiono parecchio distratte».

Il cambio

Ora, dice, «è cambiato il mondo, è cambiato tutto: con i social c’è più interesse per i like che per le conquiste». Nel calcio femminile, spiega Morace, «Il professionismo che abbiamo in Italia è solo un nome: è stato l’emendamento di un senatore per tre anni. Ma perché sia tale il professionismo deve autofinanziarsi, e da noi non è così in nessuno sport, non solo nel calcio. Mi sarei aspettata un progetto di professionismo: le ragazze, per bocca di Sara Gama consigliere federale, l’hanno chiesto? Non si può andare avanti a emendamenti». Adesso «deve ripartire da se stesso per trovare la forza di rimanere al passo con l’Europa».

Il coming out

Ha fatto coming out nel 2020 con l’autobiografia “Fuori dagli schemi”: «Voi non sapete cosa abbiamo passato, nella nostra storia. Il percorso parte dalla scoperta di sentirsi diverse in un mondo che non ci accoglie certo con l’apertura di vedute di certi Paesi anglosassoni, vedi l’Australia di mia moglie. C’è ancora tanta sofferenza, e in molte in Italia non l’hanno superata. Questo governo contro le minoranze non è pienamente rappresentativo del popolo italiano: l’astensione al voto si spiega anche così. La cosa che fa più male, qui a Bruxelles, è essere accostati a Ungheria e Bulgaria sul tema dei diritti civili. È molto triste…».

Il momento giusto

Il momento giusto per rivelare l’omosessualità, dice Morace, non c’è: «Ciascuna ha il suo percorso. Io ci sono arrivata grazie a Nicola: se sei la prima a considerarti una storia di serie B, il problema sei tu, mi disse. Ma non solo: se non si ha il coraggio di parlarne, come si può pensare di essere accettati?». E sa che la ricorderanno per aver allenato i calciatori di Gaucci: «Quel che è fatto, è fatto. Sono stata una pioniera? Okay. Ho detenuto dei record? Va bene. Tutto ha contribuito a fare di me la persona che sono oggi. Empatia e dignità sono due cose che mi interessano molto di più dei traguardi raggiunti. Lo sport ha plasmato il mio carattere e i miei valori. Mi è ben chiaro che non si può sempre vincere. E, se perdo, da domani mi rimbocco le maniche e mi impegno ancora di più».

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