«Vietate risse, droga, capellini, infradito e f**ci». L’invito di una discoteca marocchina vicino a Malaga fa esplodere il caso
Sembrava uno scherzo ma invece è realtà e sta diventando un caso nazionale quello di una discoteca a Torremolinos, a due passi da Malaga, che invita a «niente risse, droga, cappellini, infradito e froci». Una sorta di regolamento del club, che inaugura la stagione dal prossimo 18 gennaio, e che ha una indicazione dal sapore omofobo. «L’odio e l’omofobia non hanno posto qui e faremo tutto ciò che è in nostro potere per vietare questo evento e qualsiasi attività di un club che incoraggia questo increscioso atteggiamento», ha dichiarato a El País Margarita Del Cid, sindaca (Partido Pupular) della cittadina della Costa del Sol, comune che ha tra l’altro sempre a cuore i diritti LGBTQ+. Il Consiglio Comunale ha annunciato che denuncerà i promotori dell’evento per reati d’odio. Il locale viene definito sui social network come un club e ristorante marocchino di lusso. Su Instagram ha 321 follower e l’account è privato, cioè è consultabile solo se i proprietari del profilo accettano l’utente. Il suo logo è composto da un alloro, cinque stelle e una corona reale. Secondo quanto riporta il quotidiano spagnolo l’invito omofobo si riferisce a un evento e non al locale che aprirà in modo permanente al post di una vecchia discoteca in via Cruz, nel centro della città. I gestori del locale per ora non hanno voluto commentare a El País la vicenda.
El 18 de enero se inaugura una discoteca marroquí en Torremolinos en la que prohibirán la entrada a personas LGTBI. pic.twitter.com/neUP5HKfpq
— Niporwifi © (@niporwifi) January 9, 2025
Il post della sindaca e le reazioni del club
Il caso è esploso dopo la denuncia della sindaca stessa, che giovedì ha postato uno screenshot dell’invito sui social, criticandolo. Dopo la pubblicazione del post la stessa Del Cid ha ricevuto diversi messaggi privati da parte del club. Nelle chat chi scriveva a nome del locale attaccava non solo il suo credo religioso, riporta El País, ma confermava anche gli insulti omofobi. «A Torremolinos non tolleriamo questi atteggiamenti. L’odio e l’omofobia non hanno posto qui e faremo tutto ciò che è in nostro potere per vietare questo evento e qualsiasi attività di un club che incoraggi questo increscioso atteggiamento», ha sottolineato Del Cid in rete. «Gli unici rimasti sono loro», ha insistito.
«Non solo è spiacevole, crediamo che sia un crimine», quindi «andremo in questo senso», ha insistito poi in seguito De Cid intervistata a Europa Press. «Sia i servizi giuridici del Comune che i gruppi LGTBQ sono informati e lavorano per fermare tutto ciò», ha sottolineato. A breve dovrebbe esser depositata una querela alla questura di Torremolinos e Benalmádena, sia a nome del consiglio comunale che personale, sia per la locandina che per gli insulti ricevuti poi via messaggio. Non solo: emergerebbe l’assenza di permesso o licenza per attività commerciale o occasionale su quella attività, quindi si sarebbe trattato di un atto illegale.