L’altra donna che accusa Enrico Varriale: «Schiaffi e minacce con il telefono della Rai: mi diceva “Morirai”»
Il giornalista Enrico Varriale è a processo per stalking e lesioni. A denunciarlo sono state due donne. La Rai lo ha sospeso dal video e lui ha portato in tribunale viale Mazzini. Ha ammesso di aver colpito una delle vittime ma ha negato sputi e minacce. Ieri però in tribunale a Roma si è presentata la seconda donna vittima di violenza. Che ha raccontato che il conduttore «mi ha dato uno schiaffo a piene mani che mi ha fatto cadere. Gli attacchi di panico sono cominciati dalla sera stessa. Quando volevo scappare e lui mi ha chiusa a chiave, ho iniziato ad avere questa sensazione. E ho capito che era panico: percepivo pericolo, soffocamento, tremore».
7 dicembre 2021
Da allora, ha detto la donna a Piazzale Clodio, ovvero dall’7 dicembre 2021 «non riesco più a uscire da sola, non riesco più a farmi una passeggiata da sola, a camminare per strada, mi guardo sempre intorno. Quando vado a lavoro sono sempre accompagnata». «Mi hanno trovata in posizione fetale», dice spiegando gli effetti degli attacchi di panico scaturiti dopo l’aggressione secondo quanto riporta oggi Repubblica. Varriale l’avrebbe sbattuta contro la porta e le avrebbe dato uno schiaffo: «Non riesco più a farmi toccare il viso, mi ha lasciato segni, perché dopo qualche giorno ho iniziato ad avere aderenze sulla parte sinistra. Mi ha preso in pieno con tutta la mano. Io peso 47 chili, è facile mandarmi giù con uno schiaffone».
Le minacce al telefono
Ogni mese oggi va dal medico: «Con una cannula devono entrare e scollare i tessuti perché si formano queste aderenze dovute al trauma». E dopo i fatti ha lasciato Roma: «Sono dovuta andare via il 19 dicembre perché già ero devastata, terrorizzata dall’8 dicembre. Da quel giorno continuava a mandarmi messaggi, a mandarli ai miei figli, a fare telefonate e venire sotto casa, a citofonare». Secondo il capo d’imputazione il 19 dicembre 2021 Varriale contattava la vittima «minacciandola, utilizzando l’utenza della Rai Radio Televisione spa — suo luogo di lavoro — oscurando il numero chiamante… pronunciando con voce contraffatta nel corso della telefonata una frase del tipo “Morirai”». La persecuzione si sarebbe conclusa solo dopo le denunce: «Ho preso le mie precauzioni: cerco di evitare qualsiasi cosa che mi possa mettere in pericolo ».
Il trauma
Ma lei soffre ancora per il trauma: «Ho visto pochi giorni fa una macchina come quella del Varriale e mi prende il panico ogni volta che ne vedo una, ho la fobia, mi sono nascosta dietro a un’altra auto ». Lui le aveva detto: «Se mi denunci ti ammazzo».