I genitori di Mattia Cossettini non sapevano del tumore del loro bambino, né di alcuna grave patologia
I genitori di Mattia Cossettini, il piccolo di nove anni morto durante una vacanza con la famiglia a Maria Alam, in Egitto, non sapevano che il bambino avesse un tumore al cervello. Né alcuna patologia grave, che avrebbe potuto metterlo in pericolo di vita. Secondo la direzione delle questioni sanitarie del mar Rosso la morte di Mattia è stata causata «da complicazioni di un tumore cerebrale, di cui il bambino soffriva già prima di recarsi in Egitto». A complicare il quadro clinico, spiegano i sanitari, una «infezione da polmonite batterica, che ha portato a un arresto cardiaco». Secondo quanto riporta Ansa, tramite la legale della famiglia Cossettini, l’avvocata Maria Virginia Maccari, i genitori erano totalmente ignari della situazione descritta dai medici egiziani. Come già fatto sapere nei giorni scorsi, non rilasciano alcuna dichiarazione e non intendono commentare la notizia e, tornati in Friuli, attendono il rientro della salma.
I medici di Marsa Alam: «Nella tac evidenziata un’emorragia cerebrale causata dal tumore»
Stando alla ricostruzione della direzione sanitaria egiziana, Mattia era stato portato in ospedale a Marsa Alam «alle 2.30 di lunedì 6 gennaio completamente privo di conoscenza, clinicamente morto. Prima del ricovero, soffriva di vomito ricorrente e di forti mal di testa. Le convulsioni erano iniziate il giorno precedente al ricovero». Al bambino è stata fatta comunque una Tac, che aveva evidenziato «un’emorragia cerebrale causata dal tumore». A quel punto, i medici hanno «rimosso i liquidi accumulati nella trachea», in modo da «consentire l’ingresso di ossigeno nei polmoni e sono stati effettuati diversi tentativi di rianimazione cardiaca, purtroppo senza alcun risultato».
(in copertina foto di Akin Cakiner su Unsplash)