Il lavoro sottopagato a Milano: «Paghe basse e carovita, addio all’ascensore sociale»
«Milano ha smarrito una parte della sua identità profonda, quella di citta accogliente, di opportunità diffuse, in cui l’ascensore sociale permetteva davvero di migliorare la propria condizione di vita. Per gran parte del Novecento Milano è stata questo». A parlare è Tommaso Greco. Lui ha insegnato come precario in università e ha lavoratoa Londra e a Yale. È co-fondatore di «Adesso!», movimento che ha come punto chiave la ripartenza dell’ascensore sociale, e con «Tortuga», think tank indipendente, ha lavorato sulla proposta di salario minimo milanese. E in un’intervista all’edizione milanese del Corriere della Sera parla del lavoro sottopagato nel capoluogo lombardo. Soprattutto quello cultruale.
Gli stipendi
«Gli stipendi di fascia bassa a Milano sono appena più alti della media nazionale e un po’ sotto la media lombarda. Alcuni contratti nazionali prevedono una paga di 8 euro e mezzo l’ora. Alcune categorie sono pagate 6-7 euro. A Milano sarebbero necessari almeno 10 euro l’ora per non scendere sotto la soglia di povertà. Per molti lavoratori non è così», dice. Le conseguenze sono che «ci sono state profonde trasformazioni nel mondo del lavoro e della produzione. Oggi però siamo a uno sbilanciamento macroscopico tra stipendi e costo della vita». Il problema è che «purtroppo non tutti i contratti più rappresentativi hanno livelli sopra i 10 euro l’ora. Alcuni sono sotto i 9. Bisognerebbe adeguare i minimi anche per i contratti più rappresentativi. E lavorare sulla contrattazione territoriale».
I contratti
«In Italia ci sono tantissimi contratti registrati, oltre 850 solo nel settore privato. Molti nascono male, sono poco rappresentativi, molti poi non vengono rinnovati. Sarebbe certamente ora di porre fine a queste anomalie ed estendere a tutti i contratti più rappresentativi, dando vera attuazione all’articolo 39 della Costituzione», aggiunge. Poi c’è un altro punto: «Sul lavoro nero, non toccato da nessun contratto, servirebbe maggior determinazione. Poi c’è il lavoro grigio, quello pagato fuori busta». Le proposte «Detassare gli aumenti per secondo livello e super minimi può far emergere storture del sistema. E soprattutto: che un euro di aumento finisca al lavoratore senza scontare il cuneo fiscale».