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Gaza, cessate il fuoco a un passo: Netanyahu invia a Doha i capi di esercito e intelligence. L’Idf: «Pronti al ritiro anche immediato»

11 Gennaio 2025 - 20:22 Simone Disegni
La squadra di alto livello inviata a chiudere i negoziati in Qatar con Hamas dopo l'incontro del premier con l'inviato speciale di Trump

Che sia la volta buona? A nove giorni dall’insediamento alla guida degli Stati Uniti di Donald Trump, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha deciso di inviare a Doha, dove sono in corso i negoziati indiretti con Hamas per un accordo di cessate il fuoco a Gaza, una squadra di altissimo livello politico e di sicurezza: il capo del Mossad David Barnea, il direttore dello Shin Bet Ron Bar, il responsabile per gli ostaggi dell’Idf Nitzan Alon e il consigliere politico dello stesso premier Ophir Falk. Il segnale di un possibile salto di qualità nei negoziati per trovare un’intesa ripresi il mese scorso in Qatar su pressione americana. La decisione, ha fatto sapere non a caso l’ufficio di Netanyahu, è stata presa dopo che il premier ha tenuto nel pomeriggio di sabato una riunione sul tema coi vertici degli organi di sicurezza, compreso il ministro della Difesa Israel Katz, nonché «rappresentanti delle amministrazioni Usa entrante e uscente». L’uomo chiave incontrato oggi da Netanyahu a Gerusalemme è soprattutto Steve Witkoff, l’inviato speciale di Trump per il Medio Oriente che solo pochi giorni fa è salito sul palco della conferenza stampa del presidente eletto a Mar-a-Lago per sottolineare ancora una volta l’importanza di trovare un accordo a Gaza in grado di garantire il ritorno a casa degli ostaggi entro il 20 gennaio. Se ciò non dovesse accadere, «scateneremo l’inferno in Medio Oriente», aveva ribadito al suo fianco Trump.

Accordo a un passo, l’Idf «pronto al ritiro»

L’obiettivo è a portata di mano, ha detto nei giorni scorsi a Npr un altro pezzo grosso coinvolto direttamente nelle trattative, il direttore della Cia William Burns, che ha definito «piuttosto seri» i negoziati in corso a Doha. E secondo fonti di Hamas citate dal Times of Israel l’accordo sarebbe pronto, in attesa solo dell’approvazione finale di Netanyahu. Ma un anno abbondante di sforzi diplomatici frustrati ha insegnato a diffidare di ogni eccesso di ottimismo. E fonti israeliane hanno sottolineato alla stessa testata come Hamas non abbia ancora prodotto, come chiede lo Stato ebraico, una lista attendibili di ostaggi in vita da liberare nel quadro dell’accordo. Proprio nelle ore in cui viene annunciata la partenza dei capi di esercito e servizi segreti israeliani per Doha, Haaretz dà però l’ulteriore notizia che l’Idf avrebbe «recentemente approvato piani per una rapida evacuazione della Striscia di Gaza», da realizzarsi evidentemente a seguito dell’entrata in vigore del possibile accordo. L’esercito ha spiegato di avere la capacità di evacuare i soldati dall’area del corridoio Netzarim, il complesso di posizioni militari costruito nei mesi scorsi per tagliare in due orizzontalmente la Striscia, e di essere in grado di implementare qualsiasi accordo approvato dalla leadership politica, anche uno che richieda «l’evacuazione immediata», riporta la testata progressista israeliana. Un assist a quel pezzo di Israele – a cominciare dai famigliari degli ostaggi – chiede al governo di rompere gli indugi e chiudere l’accordo al più presto, come avviene anche questa sera in piazza a Tel Aviv.

In copertina: Il premier israeliano Benjamin Netanyahu con l’inviato speciale di Trump per il Medio Oriente Steve Witkoff – Gerusalemme, 11 gennaio 2025 (Ufficio del Primo ministro israeliano)

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