La rete elettrica, gli idranti, il cambio climatico: le cause degli incendi a Los Angeles. «Sembra un castigo divino»
Sono almeno sei i grandi incendi che stanno ancora colpendo la contea di Los Angeles e 11 persone sono morte. Questo l’ultimo aggiornamento sulla situazione dei roghi nella metropoli da parte delle autorità, che hanno avvertito che il bilancio delle vittime è provvisorio. Più di 100.000 persone sono sotto ordine di evacuazione, con altre decine di migliaia in allerta. E oggi la domanda è: perché la città sta bruciando da giorni? Ad aggravare il disastro di Pacific Palisades sono state la mancanza di prevenzione, la volontà di risparmiare soldi, le riserve idriche non adeguate alle emergenze e i piani regolatori. Che hanno permesso di costruire in zone oggi difficili da difendere in caso di incendio.
Gli idranti
«Al momento, non stiamo utilizzando gli idranti», ha spiegato il capo dei pompieri di Los Angeles Kristin Crowley. Il Corriere della Sera oggi spiega perché: nella maggior parte degli incendi boschivi gli idranti si usano per integrare gli interventi di elicotteri e aerei, che sganciano acqua e liquidi ritardanti in quantità. Ma gli interventi dall’alto sono stati resi più complicati dai venti delle montane Santa Ana. Poi ci sono i tagli voluti dalla sindaca Karen Bass: 17,5 milioni di dollari limati dal budget dei pompieri. «Il numero di manichette antincendio collegate agli idranti ha prosciugato i serbatoi nella zona, in particolare alle altitudini più elevate», ha spiegato alla tv Janisse Quiñones, ceo e direttrice del dipartimento idrico ed energetico di Los Angeles. «Così l’acqua non è riuscita a raggiungere 200 dei circa 1.000 idranti collocati sulle colline di Pacific Palisades».
La rete elettrica, i piromani, la pioggia
Poi, spiega la Stampa, c’è il problema alla rete elettrica e i piromani. Una persona sospettata di aver appiccato le fiamme a Kenneth è stata fermata. E c’è la mancanza di pioggia: dal primo ottobre le precipitazioni sono state praticamente nulle, meno di 40 centimetri in tutta l’area. Secondo Whisker Labs, azienda che monitora l’attività elettrica, il numero di guasti alla rete elettrica vicino a tre dei principali incendi della contea di Los Angeles è salito alle stelle nelle ore precedenti l’inizio dei roghi. L’ad Bob Marshall ha affermato in un’intervista al Times che le aree vicine agli incendi di Eaton, Palisades e Hurst hanno tutte visto un massiccio aumento dei guasti nelle ore precedenti gli incendi. I guasti alla rete elettrica sono causati da rami di alberi che colpiscono i cavi elettrici o da cavi che si colpiscono tra loro, tra le altre cause. Ogni guasto provoca una scintilla.
I 18 guasti
Gli incendi insieme hanno distrutto o danneggiato più di 9.000 strutture. In passato, le apparecchiature elettriche hanno causato incendi distruttivi causati dal vento in California, ma i vigili del fuoco della città e della contea di Los Angeles affermano che i loro investigatori non hanno determinato cosa abbia innescato gli incendi. «Quello che non posso dire è che uno di questi guasti ha innescato l’incendio. Non lo so», ha affermato Marshall in un’intervista. «Ma ne basta uno per far scoppiare l’incendio». Secondo i dati di Whisker Labs, nell’area dell’incendio di Palisades, nell’ora prima che l’incendio iniziasse, c’erano 25 guasti sulla rete. Nell’ora in cui è iniziato l’incendio, c’erano 18 guasti.
Stephen Markley e il cambiamento climatico
Stephen Markley, scrittore e autore di Diluvio, dice oggi in un’intervista a Repubblica che «era tutto previsto: i gas nocivi inviati dall’uomo nell’atmosfera cambiano sempre di più il clima: una conseguenza è che in California stiamo avendo l’inverno con meno pioggia a memoria d’uomo e la siccità ha contribuito a seccare le foreste, creando la tempesta perfetta quando dalle montagne di Sant’Ana si è alzato un vento più violento del normale. E il risultato è l’incendio peggiore nella storia di Los Angeles».
L’incendio, spiega, «è una delle conseguenze del clima estremo prodotto dall’uomo. Ci sarà ancora chi lo nega, naturalmente: nei prossimi quattro anni l’America sarà guidata da Donald Trump, da un presidente e da un’amministrazione che minimizzano o negano il cambiamento climatico, e che si apprestano ad aumentare, anziché ridurre, le emissioni di carbonio. Ma anche Trump passerà e intanto ci sono le autorità locali, a cominciare dal governatore democratico della California Gavin Newsom, ci sono gli altri governi della Terra, le organizzazioni internazionali, il G7, l’Onu».
Gabriele Muccino
Il regista italiano Gabriele Muccino invece in un’intervista a La Stampa parla di castigo divino: «Conosco benissimo Los Angeles e, per questo, so che continuerà a bruciare tantissimo. Se succede che l’incendio scavalchi la collina di Hollywood ed entri nella Valley, sono a rischio venti milioni di abitanti. È una cosa mostruosa, lì si estende una città immensa, dove le case sono tutte vicine fra loro, scatole di fiammiferi, che possono esplodere una dietro l’altra, provocando una serie di detonazioni impossibili da bloccare». Per lui «è come assistere a un’apocalisse. Assieme a Trump è arrivato anche il “Dies irae”». E ancora: «Sembra che su quel luogo di dannati, perché in fondo, diciamocelo, Los Angeles lo è, si sia abbattuto una specie di castigo di Dio, come una delle piaghe d’Egitto».
I venti
Adesso tutto dipende dai venti: «Devono rallentare. In undici anni di vita lì, non avevo mai visto quella zona battuta da venti così forti, così potenti. C’è una combinazione particolare, i venti spingono, le fiamme assaltano le case e vanno avanti velocissime, perché sono una accanto all’altra, separate da giardinetti molto piccoli». Parlava di quando abitava a Brentwood, che cosa le è tornato in mente? «Per tanti anni mi sono pentito di aver venduto quella casa e, adesso, penso a che tragedia sarebbe stata se ce l’avessi ancora avuta».