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Dopo il fact checking, Meta chiude anche i programmi interni di diversità e inclusione: «Il panorama politico sta cambiando»

11 Gennaio 2025 - 16:46 Ygnazia Cigna
Mark Zuckerberg stop programmi inclusione meta
Mark Zuckerberg stop programmi inclusione meta
I programmi garantivano interventi mirati, a tutela delle minoranze, nelle procedure di assunzione, formazione e selezione dei fornitori

Meta, il colosso tecnologico proprietario di Facebook, Instagram e WhatsApp, ha annunciato la fine dei suoi principali programmi dedicati alla diversità, equità e inclusione (Dei). Una decisione comunicata ai dipendenti con una nota interna, che rappresenta una svolta significativa nelle strategie aziendali della compagnia guidata da Mark Zuckerberg. I programmi in questione erano progettati per garantire pari opportunità alle minoranze, con interventi mirati nelle procedure di assunzione, formazione e selezione dei fornitori. La scelta di interromperli si colloca in un contesto di trasformazioni più ampie all’interno di Meta, che pochi giorni fa ha annunciato la fine del sistema di fact-checking introdotto nel 2016 per contrastare la diffusione di fake news sui suoi social.

Le motivazioni

«Il panorama legale e politico che circonda gli sforzi per la diversità, l’equità e l’inclusione negli Stati Uniti sta cambiando», si legge nella nota di Meta, firmata da Janelle Gale, vicepresidente delle risorse umane. «La Corte Suprema degli Stati Uniti ha recentemente preso decisioni che segnalano un cambiamento nel modo in cui i tribunali affronteranno i programmi Dei. Anche il termine “DEI” è diventato carico, in parte perché è inteso da alcuni come una pratica che suggerisce un trattamento preferenziale di alcuni gruppi rispetto ad altri».

Le altre aziende

Nonostante i successi ottenuti, come il raddoppio in due anni dei dipendenti neri e ispanici negli Stati Uniti (rispettivamente al 4,9% e al 6,7%), l’azienda sembra ora orientata verso un modello che riduce l’attenzione alla rappresentanza eterogenea. Difficile ignorare il tempismo della mossa di Zuckerberg in vista dell’insediamento del presidente eletto Donald Trump, con il quale Meta sta cercando di riallinearsi politicamente. Ma la scelta di Meta non è un caso isolato. Ci sono anche altre aziende che hanno già intrapreso la strada dello stop a questo tipo di politiche in tutela alle minoranze, come McDonald’s, Walmart, Ford e Lowe’s.

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