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Nordio fa scarcerare Abedini, l’Iran incassa la contropartita per Cecilia Sala: «Cooperazione eccellente con l’Italia»

12 Gennaio 2025 - 18:20 Giovanni Ruggiero
cecilia sala abedini
cecilia sala abedini
La richiesta di revoca dell'arresto ha fatto scattare l'immediata liberazione del 38enne ricercato dagli Usa per sostegno al terrorismo internazionale

Mohammad Abedini Najafabadi ha lasciato il carcere di Opera dov’era detenuto e l’Italia e ha fatto rientro in Iran. È l’effetto immediato della decisione del ministro della Giustizia Carlo Nordio di intervenire direttamente sul caso dell’ingegnere iraniano di cui gli Usa chiedevano l’estradizione con l’accusa di commercio internazionale di materiali usati da Teheran per armare i droni che uccisero (anche) tre suoi soldati. Nordio ha depositato infatti nelle prime ore di questa mattina la richiesta di revoca dell’arresto di Abedini. Non appena pervenuta la richiesta, secondo quanto ricostruito dall’Ansa, si è riunito d’urgenza un collegio della quinta Corte d’Appello che ha rimesso immediatamente in libertà l’ingegnere 38enne. Poco dopo le 9 l’ingegnere lasciava il carcere di Opera, diretto all’aeroporto dove poco dopo è decollato per Teheran.

Lo sgarbo agli Usa e l’esultanza dell’Iran

Il provvedimento del governo ha sopravanzato e annullato la richiesta di consegna agli Stati Uniti dell’uomo fermato a Malpensa il 16 dicembre scorso proprio su impulso degli Usa. La mossa di Nordio era ritenuta plausibile da tempo, nel caso il governo avesse voluto agire d’imperio per risolvere il nodo della detenzione di Abedini, che s’era intrecciato pericolosamente nelle scorse settimane con la vicenda di Cecilia Sala, la giornalista italiana arrestata a Teheran pochi giorni dopo la convalida dell’arresto in Italia di Abedini. Ora il regime degli Ayatollah incassa la contropartita per la liberazione di Sala: «Grazie al seguito dato dal ministero degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran e alle trattative tra l’intelligence della Repubblica Islamica dell’Iran e i servizi segreti italiani, il problema è stato risolto e si è giunti alla liberazione e al rimpatrio nelle prossime ore», plaude al risultato l’agenzia di stampa statale Irna. E il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Esmail Baghaei interviene per elogiare «la cooperazione di tutte le parti interessate» per il rilascio di Abedini. Il quale, si spinge a dire addirittura l’agenzia Irna, era stato arrestato dall’Italia «per un malinteso».

Perché Nordio ha chiesto la revoca dell’arresto di Abedini

«In forza dell’articolo 2 del trattato di estradizione tra il governo degli Stati Uniti d’America e il governo della Repubblica italiana, possono dar luogo all’estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente», spiega la nota diffusa dal ministro della Giustizia Nordio. «La prima condotta ascritta al cittadino iraniano di “associazione a delinquere per violare l’Ieepa” non trova corrispondenza nelle fattispecie previste e punite dall’ordinamento penale italiano; quanto alla seconda e terza condotta, rispettivamente di “associazione a delinquere per fornire supporto materiale ad una organizzazione terroristica con conseguente morte” e di “fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale ad una organizzazione terroristica straniera con conseguente morte”, nessun elemento risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici avente potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari».

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