Bici lanciata dai Murazzi di Torino, il padre della vittima risponde a Sara Cherici: «Le sue scuse non sono sincere»
Scuse tardive, parziali e poco sincere. Giuseppe Glorioso è il padre di Mauro, lo studente palermitano colpito da una bici lanciata dai Murazzi a Torino il 21 gennaio 2023 e rimasto tetraplegico. E non crede alle parole di Sara Cherici, una delle ragazze del gruppo che ha provocato l’incidente, scaraventando la bicicletta di 23 chili dalle mura del lungo Po. Cherici è stata condannata a sedici anni di carcere dalla terza sezione del tribunale penale per tentato omicidio. Al Corriere della Sera ha spiegato che ora pensa a Mauro ogni giorno ma la condanna è troppo dura perché non è stata materialmente lei a lanciare il mezzo. «Sto male da due anni. Ho scritto a Mauro una lunga lettera, ho impiegato tre mesi per farlo perché volevo che fosse sincera. […] Non so se l’abbia mai letta, credo di no. E penso che neanche i suoi genitori lo abbiano fatto», dice in un passaggio. Uno di quelli criticato da Giuseppe Glorioso, che al Corriere Torino contesta la veridicità dei sentimenti della giovane. «Sara Cherici sa perfettamente che la lettera ci è stata recapitata ed è stata ampiamente commentata dai nostri legali quando si è trattato di formulare parere negativo all’istanza di giustizia riparativa», spiega l’uomo.
Bici ai Murazzi, Giuseppe Glorioso non crede alle scuse di Sara Cherici
«Posto che, prima di questo momento, mai nessuna scusa era stata formulata a Mauro dopo oltre un anno dai tragici fatti e quattro mesi in terapia intensiva al Cto di Torino», Cherici «non può ignorare che l’istanza del Giudice che ha respinto la richiesta di giustizia riparativa motiva la reiezione citando letteralmente le sue apparenti scuse». Quindi, ragiona Glorioso, come può essere sincera quando dice che non sa se l’abbiamo letta? Ma la questione più dolorosa è un’altra. Ed è nelle risposte di Cherici sulla sera dell’incidente che ha causato la grave paralisi di Mauro. Cosa cambierebbe? «Non so», dice, sicuramente non denuncerebbe l’amica. Risposta che «lascia non solo sgomenti, ma suscita profonda irritazione e dimostra la mancanza assoluta di una coscienza del pentimento».
Bici dai Murazzi di Torino, la rabbia del padre di Mauro
Le parole di Sara Cherici riaprono la ferita, mai veramente rimarginata, della famiglia Glorioso perché non danno le risposte sperate. «Dopo quasi due anni dai tragici fatti, un lungo processo, una breve detenzione, non ha risposto che avrebbe “urlato” per impedire quello che è stato fatto. Non ha risposto che avrebbe chiamato subito un’ambulanza. Non ha risposto che si sarebbe presentata alle Forze dell’Ordine dopo averlo detto alla sorella e ai genitori. Ha detto: “Non lo so”», lo sfogo di Giuseppe, «per poi tornare a essere coerente al suo comportamento tenuto dal 21 gennaio al 9 febbraio 2023, ovvero preoccuparsi di non denunciare gli amici o le amiche».
Foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO