Sabato nero dei treni, il danno del pantografo e quei 10 mila passeggeri a terra. Salvini spinge sul cambio dei vertici Trenitalia
Otto ore di lavoro, venti tecnici sul posto, decine di decisioni da prendere prima che il danno venisse riparato. Il sabato di passione dei pendolari italiani è iniziato alle 7 di mattina dell’11 gennaio quando un treno Alta Velocità ha urtato con il proprio pantografo (il dispositivo che aggancia la rete elettrica aerea e dà la corrente) i cavi tra la Stazione Centrale e quella di Lambrate, a Milano. Poi un secondo treno immediatamente dopo li ha tranciati definitivamente, mandando in tilt la rete. Il blackout è costato centinaia di ore di ritardo accumulate su tutta la linea, da Torino a Bari. Milano è uno snodo primario per tutta la rete, qui passano circa 700 convogli al giorno e oltre 300mila passeggeri. Quando si è spenta la luce, a cascata il problema ha riguardato tutti i treni che stavano transitando o avrebbero transitato per lo scalo milanese. Secondo l’Autorità dei trasporti, nel 2024 sono state circa 10 mila le interruzioni di linea, 23 mila le ore di blackout solo nel primo semestre. Senza sminuire i problemi, da Rete Ferroviaria Italiana sottolineano come in un sistema da 9 mila treni al giorno e 1.200 cantieri aperti i problemi possano esserci. E quello di sabato è stato un «evento eccezionale». Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini è stato sommerso di critiche e ha replicato con una nota del Mit, e tra il silenzio degli alleati ora punta a ottenere un rapido cambio dei vertici Trenitalia.
Caos treni a Milano, cosa è successo
Alle 7.15 circa di sabato 11 gennaio ai tecnici della rete ferroviaria italiana è arrivata la segnalazione di un guasto alla linea elettrica aerea tra Centrale e Lambrate, a Milano. Una ventina di operatori sono giunti sul posto e hanno constatato il danno ai cavi. Secondo i primi accertamenti, un primo treno li avrebbe danneggiati urtandoli con il pantografo, un secondo treno li avrebbe definitivamente compromessi al suo passaggio subito dopo, ampliando il problema. La polizia ha escluso per ora la manomissione o il sabotaggio. Per otto ore i tecnici hanno lavorato all’impianto, ma nel frattempo continuavano ad arrivare convogli. «Alcuni treni non sono arrivati a Milano Centrale come previsto, è vero. Ma comunque si sono fermati in altre stazioni del nodo di Milano. I convogli provenienti da Napoli e Roma, ad esempio, se diretti a Torino, sono stati condotti a Milano Rogoredo. Altri, in arrivo da Venezia, li abbiamo limitati a Milano Lambrate o a Rogoredo», spiega a la Repubblica Giulio Candia, ingegnere responsabile della circolazione per Rfi. I disagi hanno riguardato circa 10 mila passeggeri, 12 treni Alta Velocità e decine di altri soppressi o con ritardi fino a 3 ore.
Salvini, il cambio ai vertici Trenitalia
Al Corriere della Sera, sempre Candia fa notare che quello della rete ferroviaria è un sistema altamente complesso, con quasi 10 mila convogli che transitano sulla linea ogni giorno e alle prese con più di mille cantieri per manutenzione, miglioramento o ampliamento. «Un fatto come quello di ieri è un evento che si conta nell’ordine di poche unità in un anno in una rete da 10 mila treni al giorno», ripete, pur riconoscendo la mole di disagi che eventi rari o unici come questo creano a decine di migliaia di passeggeri. Il bersaglio delle critiche, sin dalle prime ore, è stato Salvini, attaccato da tutte le opposizioni. Il ministro ha fatto replicare il dicastero con una nota poi, ricostruisce Repubblica, avrebbe fatto intendere che ci sarà un’accelerata nel cambio dei vertici Trenitalia. Mentre dagli alleati di governo, eccezion fatta per Noi Moderati, non arrivavano parole di sostegno, Salvini si sarebbe infuriato per il primo comunicato dell’azienda che invitava a «limitare gli spostamenti». Quasi una beffa per le migliaia di passeggeri rimaste a terra e avrebbe quindi imposto l’annuncio sui rimborsi integrali. Repubblica ricorda come il pacchetto di nomine è stato concordato con il resto della maggioranza prima di Natale. Prevede che Gianpiero Strisciuglio, da maggio 2023 amministratore delegato di Rfi, prenda il posto di Luigi Corradi come amministratore delegato Trenitalia. Corradi passerebbe a Fs International, la newco che riunisce le società estere del gruppo. Al posto di Strisciuglio arriverebbe l’attuale ad di Anas Aldo Isi, ma per ora il puzzle delle nomine è bloccato per il mancato rispetto delle quote rosa nel cda.
Foto di copertina: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO