Patente ritirata e 6mila euro di multa? Era tutto falso: «Ma quale ebbrezza, mi ero fermato per un attacco di dissenteria»
Era stato tra i primi ad essere multati in applicazione del nuovo Codice della Strada. Di più, gli era stata pure revocata la patente in ossequio alla presunta duplice, grave infrazione: guida in stato d’ebbrezza e incidente stradale provocato (con coinvolgimento di pattuglie di polizia). Se non fosse che non era vero niente, a quanto ora emerge. L’avvocato 40enne di Viterbo protagonista di questa storia, infatti, si è appena visto dare ragione dal giudice di pace, che venerdì 10 gennaio ha emesso un provvedimento cautelare di sospensione dell’efficacia dell’ordinanza del prefetto con cui gli era stata ritirata la patente. Il giudice ha accolto la ricostruzione dell’uomo, che racconta una storia completamente diversa da quella messa a verbale dalla polizia. Secondo quest’ultimo la notte del 14 dicembre scorso, proprio pochi minuti dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, l’uomo si era rifiutato di sottoporsi all’alcoltest quando una pattuglia s’era avvicinata alla sua auto, insospettiti dalla posizione sul ciglio della strada e dallo stato apparentemente comatoso dell’uomo. Gli agenti stavano quindi procedendo a notificargli la sanzione pari a quella massima prevista per guida in stato d’ebbrezza (tasso alcolemico superiore al 2%). In quel momento era arrivata un’altra auto in corsa, che aveva tamponato le due volanti parcheggiate a bordo strada. Per questo gli agenti avevano poi contestato all’uomo pure di aver provocato l’incidente.
La versione dell’uomo (cui il giudice ha creduto)
Il malcapitato, che come detto è anche avvocato, ha però ribaltato la ricostruzione, come riporta Repubblica. Su tutta la linea. Se si era fermato «in una rientranza» della strada quella sera poco dopo mezzanotte, non è certo perché fosse ubriaco o sotto effetto di chissà quali altre sostanze. Molto più prosaicamente, si era sentito male. «Mi trovavo su via Trieste e ho avuto un malore, probabilmente una congestione», spiega l’uomo al quotidiano. Fatto sta che la conseguenza gli è subito chiara: un attacco di dissenteria. «Per questo ho accostato l’auto, lasciandola accesa per qualche minuto. Faceva un freddo cane e dovevo riscaldarmi in qualche modo». A quel punto sopraggiungono gli agenti che, insospettiti, gli chiedono di sottoporsi all’alcoltest. L’uomo si rifiuta. Ovvio, dal suo punto di vista: è a pezzi. E anche corretto a norma di Codice, spiega ora lui stesso: «Il rifiuto equivale alla sanzione massima, quella prevista quando si viene trovati con un tasso alcolemico superiore al 2%. Ma questo se uno sta guidando, mentre io ero fermo per un malore». Assurdo quindi sanzionarlo per questo. Poi la situazione si complica ulteriormente per via dell’altra auto che arriva a tutta velocità e colpisce le due volanti ferme a bordo strada. Ma anche su questo l’uomo riesce a ribaltare il verdetto. Non ha cagionato in alcun modo lui l’incidente, visto che si era fermato correttamente «in una rientranza, quindi non costituivo alcun problema per la viabilità». Patente restituita, dignità pure.