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Alex Pompa assolto, uccise il padre a coltellate per difendere la madre

13 Gennaio 2025 - 14:57 Giovanni Ruggiero
Alex Pompa
Alex Pompa
Il ragazzo, oggi 22enne, usò sei coltelli. Intervenne in difesa della madre, vittima per anni delle aggressioni del padre

È stato assolto Alex Pompa dalla corte d’assise d’appello di Torino. Il 22enne era stato processato per aver ucciso il padre il 30 aprile 2020 con 34 coltellate, durante l’ennesima lite in famiglia nel tentativo di difendere la madre, da anni maltrattata dal marito. Il processo era stato ripetuto dopo la decisione della Cassazione, che aveva annullato con rinvio una precedente sentenza di condanna a 6 anni e 2 mesi. Si è trattato del quarto procedimento a carico di Alex Pompa.

L’accusa sul secondo assassino e la madre

A chiedere la conferma della condanna era stato anche l’avvocato generale di Corte d’appello, Giancarlo Avenati Bassi, che ha ribadito l’insussistenza della legittima difesa: «Fu omicidio volontario commesso da Alex, con la collaborazione del fratello Loris (mai indagato, ndr) – ha detto Avenati Bassi – che teneva fermo il padre mentre Alex usava sei coltelli». Accuse anche per la madre dei ragazzi per il suo presunto «concorso morale». La donna aveva dichiarato che durante l’omicidio era in bagno a struccarsi.

I dubbi sulla legittima difesa

Avenati Bassi ha poi riproposto la domanda centrale del processo: «Alla trentesima coltellata c’è ancora la legittima difesa? Infierire su un uomo agonizzante è ancora legittima difesa? Questa è la domanda del processo: a partire da quale momento non c’è più?». Rivolgendosi ai giudici ha poi concluso: «Voi avete il dovere di riaffrontare la questione. È un caso di odio e non di paura. Di reazione a un uomo odioso, non di legittima difesa».

La reazione di Alex Pompa

«Sono ancora frastornato – ha detto Alex Pompa dopo la sentenza – Quando i giudici hanno letto la sentenza mi sono voltato verso i miei avvocati perché non sempre capisco cosa viene detto in queste aule. Ora devo metabolizzare, io metabolizzo sempre dopo. Festeggerò con Zoe, la mia cagnolina».I giudici non hanno pronunciato la parola «assoluzione», ma hanno detto di avere confermato la sentenza di primo grado, che risale al 24 novembre 2021.

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