Oliviero Toscani è morto: addio al fotografo che ha stupito il mondo con i suoi scatti
Oliviero Toscani è morto. Lo ha annunciato stamattina la sua famiglia in un breve comunicato stampa. «Con immenso dolore diamo la notizia che oggi, 13 gennaio 2025, il nostro amatissimo Oliviero ha intrapreso il suo prossimo viaggio. Chiediamo cortesemente riservatezza e comprensione per questo momento che vorremmo affrontare nell’intimità della famiglia. Kirsti Toscani con Rocco, Lola e Ali», si legge nella nota firmata dalla moglie Kirsti e dai figli. Toscani soffriva di amiloidosi da transtiretina: si tratta di un gruppo di malattie causate dal deposito tissutale, principalmente extracellulare, di proteine misfolded (mal ripiegate), che si aggregano in fibrille insolubili, costituendo la cosiddetta sostanza amiloide.
La morte di Toscani e l’amiloidosi
Le amiloidosi sono malattie sistemiche che coinvolgono molti organi e tessuti. L’interessamento del cuore definisce l’amiloidosi cardiaca, che può manifestarsi clinicamente con i segni e i sintomi dello scompenso cardiaco e/o con alterazioni del ritmo. Il coinvolgimento cardiaco è legato nella maggior parte di casi a due tipi di amiloidosi, quella da catene leggere delle immunoglobuline (AL) e quella da transtiretina, la stessa di cui soffriva il fotografo. La malattia, diffusa tra chi ha oltre 70 anni, non è incurabile: Michele Emdin, docente alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e direttore del dipartimento cardiotoracico della Fondazione Monasterio, oltre che cardiologo del fotografo, aveva spiegato: «Oltre alla terapia tradizionale con farmaci regolarmente reperibili in commercio per stabilizzare la proteina ‘malata’ e frenare la malattia lui ha scelto di aderire, parallelamente, anche a un programma per testare l’efficacia di un farmaco che si trova ancora nella fase sperimentale».
Toscani, la vita
Nei sessant’anni della sua carriera di fotografo Toscani ha spesso stupito con le sue foto. Tra le più famose ci sono “Bacio tra prete e suora” del 1999, “Tre Cuori White/Black/Yellow” del 1996, “No-Anorexia” del 2007 con la modella Isabelle Caro, 31 chili, morta pochi anni dopo. E poi il primo piano del sedere di Donna Jordan con la scritta “Chi mi ama mi segua” per la campagna di Jesus Jeans del 1973. Negli Anni Ottanta ha iniziato la collaborazione con Benetton. Realizzando nel 1992, Angelo-Diavolo, scatto che vede come protagonisti un bimbo bianco con i capelli biondi – simile a un putto – e un bimbo nero con una pettinatura che simula delle piccole corna sulla sua testa a ricordare la figura del diavolo.
Le opere
E ancora: i fotogrammi dello spot choc contro le stragi del sabato sera prodotti da Toscani nel 1997. E poi i tre cuori umani con le scritte “White”, “Black” e “Yellow”. Nel 199 come logo per la campagna di Benetton in supporto dei rifugiati del Kosovo ha scelto una macchia di sangue, mentre nel 2018 ha utilizzato una foto di migranti appena salvati, sbarcati da una nave come immagine di una nuova campagna per la casa di moda.
Una serie di scatti sui condannati a morte negli Usa gli provocò un’accusa di falso fraudolento dallo Stato del Missouri, per averli ritratti con l’inganno. Negli ultimi anni ha realizzato una campagna contro la violenza sulle donne con protagonisti un bambino e una bambina nudi accanto alla scritta “carnefice” e “vittima” per Donna Moderna. Una banana e una pisello erano invece i protagonisti di una campagna contro il bullismo finanziata dalla Provincia di Bolzano nel 2009.