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Paolo Cirino Pomicino si sente immortale: «Due trapianti, ma il cuore nuovo è perfetto. Ho tanta paura della bara»

13 Gennaio 2025 - 08:13 Alba Romano
paolo cirino pomicino
paolo cirino pomicino
L'ex ministro di Andreotti: «Sono stato in coma, me la sono vista brutta ma, come anche lei può agevolmente notare, non sono ancora trapassato

Paolo Cirino Pomicino si sente immortale. E con chi lo chiama per sapere come sta scherza: «Vuole ottenere maggiori ragguagli sull’imminenza del decesso?». Nell’intervista che rilascia oggi ad Antonello Caporale per il Fatto Quotidiano l’ex ministro del bilancio di Andreotti e componente della sua storica corrente dice che ha tentato «la solita carta: resistenza ad oltranza, anche una sana rivolta all’idea che tutto debba finire. Reputi anche un fatto di sicuro prestigio: credo che un angioletto volteggi sulla mia testa col proposito di farmi da tutor. Sorveglia e custodisce. Finora ce l’ho fatta, ma ho tanta paura».

L’andreottiano e la morte

Cirino Pomicino dice di avere anche «tanta fede nel Dio misericordioso». Anche se «la carne è debole e spesso ho ceduto alla forza della beltà femminile, contravvenendo al comandamento. Devo però aggiungere che da quando ho conosciuto Lucia, la donna che da un ventennio condivide con me ogni momento di vita, quella fragilità è andata scemando fino ad annullarsi. Ho compiutamente espiato». Sulle sue due condanne: «Nella Chiesa è nato il proverbio che dice: senza soldi non si cantano messe. La politica non mi ha arricchito. Non possiedo una casa, non la possiede neanche mia figlia Ilaria».

Nel frattempo ha subito «due trapianti, infarti ripetuti per non dire delle altre sciagure fisiche. Ora sono da tre mesi in ospedale qui a Torino. Sono stato in coma, me la sono vista brutta ma, come anche lei può agevolmente notare, non sono ancora trapassato. Al cardiochirurgo che mi curò al tempo del primo grande acciacco chiesi se avessi potuto proseguire l’attività politica con la stessa passione, diciamo pure frenesia».

La politica

Il medico gli rispose che «lei ha molti modi per morire ma il più malinconico sarebbe quello di morire avendo rinunciato alla politica». Della morte lo spaventa «la bara, il corpo chiuso che si consuma e si decompone. Per queste ragioni voglio essere cremato. Sebbene abbia avuto tanti guai, è sempre un buon proponimento per allungarsi la vita parlare della morte». Il suo cuore nuovo però «È perfetto! Come pure il rene trapiantato. Adesso si affrontano questioni endocrine, metaboliche. Un malvagio ipotiroidismo». E l’immortalità.

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