Il sindaco non chiude le scuole per la neve, raffiche di insulti e minacce sui social: il caso a San Giorgio a Cremano
«Par a capocchia o fra spero ca t sparn». Questo è solo uno e certamente non il più violento degli insulti subiti da Giorgio Zinno, sindaco di San Giorgio a Cremano per la decisione di non chiudere le scuole oggi, lunedì 13 dicembre, nonostante l’allerta meteo gialla in Campania. Sulla regione sferzano forti venti e la cima del Vesuvio si è tinta di bianco, ma nel Comune dell’hinterland napoletano gli istituti sono regolarmente aperti. Nonostante la rabbia di molti studenti che hanno riversato le loro ingiurie sui profili social del primo cittadino.
Gli insulti omofobi
C’è chi usa epiteti omofobi e chi gli augura la morte. Qualcuno scrive bestemmie e altri si limitano a dire che il sindaco non sa fare il proprio lavoro. Tutto in dialetto e tutto documentato da un post su Facebook del primo cittadino che illustra la situazione. «Cari concittadini, purtroppo in queste ore ho dovuto registrare una ondata di odio fatto da parte di decine di giovani del nostro territorio che mi accusano di non aver chiuso le scuole per il maltempo. Vi posto qui alcuni di questi vergognosi messaggi, che offendono me, ma anche la lingua italiana e rappresentano un segno del degrado dei nostri tempi», scrive Zinno.
Sono perlopiù minorenni
Le foto profilo dei responsabili sono state oscurate, ma il sindaco assicura: «Sono, perlopiù, minorenni non controllati dai genitori, che pensano di poter utilizzare i social network pensando di non essere puniti per i propri vergognosi comportamenti: è nostro dovere dare, innanzitutto, un segnale di tipo educativo e, quindi, trasmetterò gli screenshot ai dirigenti scolastici del nostro territorio affinché più facilmente possano identificare i propri alunni e far loro una lezione di educazione civica». E aggiunge: «I messaggi che violano la legge saranno trasmessi direttamente alle forze dell’ordine: è difficile che io denunci, ma stavolta si è passato il limite ed è necessario che siano contattati i genitori».
«Dobbiamo spiegare ai ragazzi che la violenza non funziona»
La denuncia non è fine a sé stessa. Il primo cittadino coglie l’occasione per lanciare una riflessione collettiva: «Io ho tutta l’esperienza per non curarmene, ma i ragazzi vittima di bullismo possono trovare scampo da tanta violenza?». E aggiunge:« Se non ci occupiamo di questi giovani, continueranno a pensare che la loro idea personale vale più di quella di un esperto e dove la sopraffazione e la violenza valgono più di un ragionamento». Conclude Zinno: «Tutti noi dobbiamo lavorare, nelle famiglie, nelle scuole e nella società per spiegare ai ragazzi i valori della vita e della non violenza, altrimenti il futuro della società sarà sempre più buio e non certo per il maltempo».