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Arriva Topolino in napoletano, catanese, milanese e fiorentino

13 Gennaio 2025 - 10:47 Alba Romano
topolino dialetti napoletano
topolino dialetti napoletano
Le edizioni speciali usciranno nelle regioni in cui i dialetti sono parlati in occasione della giornata nazionale delle lingue locali del 17 gennaio

«Arò aggi”a firmà?». A chiederlo non è un personaggio di Paolo Sorrentino, ma Zio Paperone nel numero di Topolino in uscita questa settimana. Infatti, la prima storia – Zio Paperone e il PDP 6000 – del numero 3608 del popolare fumetto verrà pubblicata in napoletano, catanese, milanese e fiorentino per celebrare la Giornata Nazionale del dialetto e delle lingue locali di venerdì 17 gennaio. Ciascuna edizione verrà distribuita nelle regioni in cui i dialetti vengono parlati e costituirà con ottime probabilità un elemento ambito dai collezionisti. Nel resto del Paese invece la storia sarà pubblicata in italiano.

Un’occasione per ricordare il patrimonio culturale

Per mettere a punto gli adattamenti, la redazione di Topolino ha collaborato con Riccardo Regis, professore ordinario di Linguistica Italiana dell’Università di Torino specializzato in dialettologia. «È un’ottima occasione – ha dichiarato Alex Bertani, direttore di Topolino – per ricordarci quale immenso patrimonio culturale e storico rappresentino le centinaia di idiomi che attraversano la nostra penisola da nord a sud e da levante a ponente. Testimonianze vive di un’eredità storica quanto mai ricca e preziosa. Lasciatemi però dire che leggere le disavventure di Zio Paperone in questi dialetti è stata anche l’occasione di uno spasso e un divertimento che da tempo non provavo. Leggere per credere».

L’evoluzione del napoletano

Nello specifico, per la storia in napoletano è intervenuto anche Giovanni Abete, docente di Linguistica Generale alla Federico II di Napoli e fonetista e dialettologo. Secondo quanto riporta Repubblica, l’esperto ha curato la grafia secondo la tradizione napoletana, rifacendosi a esempi autorevoli tra cui Eduardo De Filippo. Ma ha inserito elementi di modernità, come la «r» rummeneca, anziché il tradizionale «dummeneca». In maniera simile ha optato per «uagliù», anziché «guagliù».

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