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Castellammare di Stabia, in carcere la prof di sostegno che fu aggredita dai genitori dei suoi alunni. Ora è accusata di violenza sessuale

14 Gennaio 2025 - 11:21 Ugo Milano
castellammare di stabia aggredita docente sostegno genitori scanzano salvati
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Risulta indiziata dei reati di «maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne», commessi nei confronti di alcuni studenti di età inferiore ai 14 anni

La professoressa di sostegno in servizio presso l’Istituto scolastico “Catello Salvati” di Castellammare di Stabia (Napoli), aggredita a novembre da circa 30 genitori che denunciavano presunti maltrattamenti nei confronti dei loro figli minorenni, è stata arrestata martedì 14 gennaio. Risulta indiziata dei reati di «maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne», commessi nei confronti di alcuni studenti di età inferiore ai 14 anni. Per il giudice gli arresti domiciliari «non avrebbero consentire di inibire alla donna l’utilizzo della rete internet con il conseguente pericolo di avere con altri minori ulteriori contatti analoghi». Per tale motivo si è resa necessaria l’adozione della più grave tra le misure cautelari, quella della custodia in carcere. 

L’inchiesta 

Le indagini erano cominciate dopo le denunce da parte dei genitori di alcuni alunni della scuola media per delle presunte di voci di abusi. Che hanno portato alla spedizione punitiva del 14 novembre scorso ai danni della docente e di suo padre, intervenuto per difendere la figlia. In quell’occasione, oltre a schiaffi e botte erano, inoltre, volati insulti e minacce di morte, il tutto nei corridoi dell’istituto. Per accertare i fatti sono stati ascoltati anche i sei minorenni coinvolti.

L’analisi delle chat

Dall’analisi dei file audio estratti dei telefoni degli alunni e della stessa insegnante è emerso come la donna – a partire da ottobre 2023 – «avrebbe sottoposto – scrivono gli inquirenti – gli stessi a reiterate condotte di carattere sessualizzante, portandoli durante l’orario scolastico (con la scusa di impartire ripetizioni) in un’aula riservata della scuola, da lei stessa soprannominata “La saletta”». Lì, la docente «avrebbe ripetutamente mostrato loro del materiale video pornografico, intavolato continui discorsi di natura sessualmente esplicita» e avrebbe anche «invogliato alcuni di loro a scambiarsi effusioni sessuali, arrivando finanche ad abusare sessualmente di uno di tali studenti, praticandogli in prima persona un rapporto orale», si legge nelle carte citate dal Corriere.

Il gruppo social

Ma non solo: la prof di sostegno avrebbe poi creato un gruppo su Instagram chiamato “La Saletta” dove venivano intavolati discorsi di contenuto esplicitamente sessuale. La Procura fa, inoltre, riferimento a uno «stato di soggezione degli alunni rispetto all’insegnante» che avrebbe minacciato gli alunni di essere bocciati, di far andare i genitori in carcere e di mandare loro stessi in comunità se non avessero mantenuto il segreto, scrive il Corriere del Mezzogiorno. Solo la sospensione di uno degli alunni coinvolti avrebbe portato i ragazzi a confidarsi con i propri genitori

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