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Arrestato il genero di Diabolik per traffico di droga

14 Gennaio 2025 - 13:27 Alba Romano
daniele gatta
daniele gatta
Figura tra i 15 coinvolti nell'operazione della Guardia di Finanza di Reggio Emilia e Polizia

Tra i 15 arrestati da Guardia di Finanza di Reggio Emilia e Polizia, in un’indagine coordinata dalla Dda di Bologna su un traffico internazionale di droga, c’è anche Daniele Gatta, 40enne romano, genero di Fabrizio Piscitelli “Diabolik“, capo ultrà, estremista di destra e trafficante di droga ucciso nella Capitale nel 2019. Gatta è destinatario di una misura cautelare in carcere. Gli viene contestato di aver cofinanziato l’acquisto di una partita di cocaina che si tentò di importare dall’Ecuador nel 2021.

Nell’ambito dell’inchiesta ci sono state perquisizioni nelle province di Reggio Emilia, Roma, Venezia, Brescia, Parma, Modena, Piacenza, Lucca e Ravenna. Sul registro degli indagati figurano 26 persone, a cui vengono contestati anche reati fiscali. Tra gli arrestati, oltre a Gatta, c’è anche Domenico Bolognino, figlio di Michele Bolognino (considerato uno dei vertici della cosca al centro delle inchieste ‘Aemilia’). Tredici le persone in carcere, due ai domiciliari. L’organizzazione criminale italo-albanese aveva base a Reggio Emilia. Dal 2020 ha importato e acquistato droga dall’Albania, Kosovo, Ecuador, Colombia e Paesi Bassi.

Come parlavano i narcotrafficanti: le chat criptate

Le comunicazioni all’interno dell’organizzazione si facevano tramite smartphone criptati e l’utilizzo dell’applicazione Sky-Ecc. per ricostruire la miriade di messaggi gli inquirenti si sono avvalsi anche dell’aiuto dei colleghi francesi, olandesi e belgi. In Emilia c’era la sede direzionale ed operativa (oltre che di dimora della maggior parte degli associati) di Bibbiano di Reggio Emilia e ulteriori basi logistiche (Sassuolo e Polinago); dalla Calabria arrivava parte della cocaina e venivano distribuite eroina, hashish e marijuana. Fondamentali anche le intercettazioni ambientali e telefoniche. Giuseppe Maggese, il questore di Reggio Emilia, ha dichiarato: «Questa operazione conferma il ruolo della provincia di Reggio come piazza di rilievo per il narcotraffico. Una rilevanza che va di pari passo con l’alto profilo economico del territorio».

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