Elezione giudici Consulta, verso nuova fumata nera: i partiti votano scheda bianca
Non c’è l’intesa al fotofinish tra maggioranza e opposizione per i 4 giudici mancanti della Corte costituzionale. L’indicazione che è arrivata ai parlamentari, di entrambe le fazioni, è quella di «votare scheda bianca». Così, per la convocazione del Parlamento in seduta comune si prevede l’ennesima fumata nera. Se lo stallo non dovesse risolversi e se fosse confermato dalla votazione, sarà inevitabile il ricorso a un nuovo scrutinio. Nelle scorse ore si erano intensificati i contatti tra governo e opposizione per definire i quattro candidati su cui far convergere almeno i 363 voti richiesti (3/5 dei parlamentari), per cui è inevitabile un accordo bipartisan. Ma al momento «non sono ancora mature le condizioni per accordo complessivo», spiega la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga, dopo la riunione dei gruppi dem. L’urgenza è legata anche alla necessità di ricostituire il plenum della Consulta entro lunedì, quando si riunirà in camera di consiglio sull’ammissibilità dei referendum sull’Autonomia.
I nomi
Il primo nome in quota centrodestra non è in discussione, Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico della premier Giorgia Meloni. Viene dato per blindato anche quello proposto dalle opposizioni, il costituzionalista Massimo Luciani. Resta però un certo margine di incertezza sull’ennesimo tentativo del Parlamento di riempire i quattro seggi vacanti alla Consulta. Perché all’interno di Forza Italia, a cui spetta indicare il secondo nome in quota maggioranza, ci sono spinte contrastanti, per il senatore Pier Antonio Zanettin e per l’avvocato generale dello Stato Gabriella Palmieri Sandulli. Dubbi che si ripercuotono sull’individuazione del quarto candidato, il cosiddetto tecnico, figura super partes condivisa. Alla vigilia dello scrutinio, il tema è stato affrontato a Palazzo Chigi dalla premier, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi in uno dei frequenti vertici del lunedì dei leader della coalizione di governo. «Noi siamo pronti a votare anche domani, dobbiamo vedere con le opposizioni per trovare un nome di alto profilo. Vediamo se domani o in settimana, comunque la situazione si sblocca», si era sbilanciato nella serata di ieri Tajani.
Foto copertina: ANSA / Riccardo Antimiani | La votazione in Parlamento per la nomina del nuovo giudice della Corte Costituzionale (30 ottobre 2024)