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Gennaro Sangiuliano sul ritorno in Rai: «Inviato a New York? Non lo so, intanto studio l’inglese e l’economia»

14 Gennaio 2025 - 16:44 Massimo Ferraro
gennaro sangiuliano reintegro rai sede new york
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L'ex direttore del Tg2, dimessosi da ministro della Cultura dopo l'affaire Boccia, è stato reintegrato in azienda: «Sono a disposizione»

Lontano da palazzo Chigi e da via del Collegio Romano, Gennaro Sangiuliano è pronto al ritorno in Rai. Travolto dall’affaire Boccia, l’ex ministro della Cultura è stato costretto alle dimissioni ma è stato già reintegrato nell’azienda di Stato. Adesso ha un ufficio nella sede vicino a Castel Sant’Angelo, in via Borgo S. Angelo, 23, dove resta a disposizione dell’ad Giampaolo Rossi. E sogna di volare oltreoceano, sponda Stati Uniti, per un nuovo incarico con la Rai. La “riabilitazione” politica è già avvenuta d’altronde, lunedì 13 gennaio era a Napoli per presentare il suo libro aggiornato La rivincita di Trump, accanto a lui Arianna Meloni, il sindaco Gaetano Manfredi, il direttore del Mattino, Roberto Napoletano, e la grande firma Rai Giovanna Botteri.

Sangiuliano. sulla sede Rai a New York

«Non è ancora accaduto nulla, sono stato reintegrato come direttore a disposizione dell’Ad, ma intanto sto facendo lezioni specifiche di inglese», dice a Giuseppe Di Piazza sul Corriere. E ricorda che c’è una lunga tradizione di giornalisti “ritornati” dalla politica e finiti in sede Rai estere: «A Piero Badaloni diedero la sede spagnola, così come a Marco Ravaglioli, il genero di Andreotti. A Marrazzo, Israele. A Di Bella e Borrelli, la sede di New York». Nell’attesa di sapere dove verrà assegnato, l’ex ministro studia e si prepara: «Sto mettendo a punto una certa terminologia politico-economica. Intanto vado in ufficio a Borgo Sant’Angelo, leggo email, leggo i giornali, mi documento. Ah, ho fatto tutti i corsi di aggiornamento online della Rai e dell’Ordine dei giornalisti». E su cosa si documenta? «Politica estera, soprattutto. In particolare il leader turco Erdogan, su cui farò il mio prossimo libro. Sa che era una promessa del calcio? Lo chiamavo il Beckenbauer turco. Mi piacciono le biografie: ho scritto quelle di Hillary Clinton, Putin, Xi Jinping, Reagan, la vita di Lenin a Capri a cui una illustre firma del Corriere, Raffaele La Capria, dedicò una recensione… Insomma sono titolato ad avere un incarico all’estero».

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