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La strategia del governo contro i centri sociali: chiesti 6,8 milioni di euro al torinese Askatasuna, pronto il conto da 3 milioni per il Leoncavallo

14 Gennaio 2025 - 13:57 Stefania Carboni
centri sociali risarcimenti
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La richiesta dell'avvocatura di Stato nel corso del maxiprocesso ai danni di 28 militanti del centro sociale per le manifestazioni no Tav. E a Milano il Viminale punta allo sgombero

Se obbligato a pagare, il ministero dell’Interno si rivarrà sul Leoncavallo. È il senso della raccomandata del 9 dicembre 2024 che l’Avvocatura dello Stato ha inviato per conto del Viminale all’Associazione delle mamme antifasciste del Leoncavallo, dopo la condanna a risarcire 3 milioni di euro alla famiglia Cabassi per il mancato sgombero della sede via Watteau. A riportare la notizia è Il Giorno. A novembre la Corte d’appello ha condannato il Viminale a risarcire la società Orologio, dei Cabassi, per il mancato sgombero dello stabile, il cui rilascio era stato deciso nel 2003 e confermato dalla Cassazione nel 2010. Ma la realtà milanese non è l’unica a finire nel mirino del governo.

Il caso Askatasuna (per via delle manifestazioni no Tav)

L’altra è Askatasuna, a Torino. L’avvocatura dello Stato ha richiesto ieri, nel corso del maxiprocesso ai danni di 28 militanti del centro sociale per le manifestazioni no Tav, 6,8 milioni di euro in danni. La richiesta, riporta oggi Il Manifesto, è stata presentata ieri nel corso dell’ultima udienza per conto della Presidenza del consiglio e dei ministeri dell’Interno e della Difesa, costituitisi parte civile. Già a ottobre 2022 era stata annunciata la richiesta di risarcimento a causa dei danni provocati agli agenti dall’esposizione ai gas lacrimogeni utilizzati per disperdere le manifestazioni. Come sono stati quantificati? 4,1 milioni di euro sono necessari al «ripristino dell’ordine pubblico», ovvero danneggiamenti ma anche straordinari del personale, assistenza agli agenti feriti e presidio per monitorare dopo i disordini i cantieri in Valsusa. All’interno della richiesta c’è anche il cosiddetto «danno non patrimoniale», ovvero la «lesione del prestigio di un’ente» e l’«eco mediatica». Telt, società che si occupa della costruzione del Tav, ha chiesto invece un milione di euro di risarcimento, per i «tentativi di sabotaggio quasi all’ordine del giorno».

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