Zaia scatenato: «FdI vuole il Veneto? Se pensano che abbiamo governato male le nostre strade si separano»
Il governatore del Veneto, Luca Zaia, non ha intenzione di tenere ancora per se le sue opinioni sullo scontro che riguarda il terzo mandato (e, nelle more, anche il pressing per non rimandare le regionali al 2026, come invece chiede lui). A margine di una conferenza dedicata alla Sanità veneta, dice forte e chiaro: «Se ci fosse lo sblocco dei mandati è ovvio che mi ricandiderei, darei risposta ai tanti cittadini che mi chiedono di farlo». Non si definisce in guerra, ma sa bene che i suoi elettori lo seguono: «Io non sto facendo alcuna battaglia sul terzo mandato – precisa -, ma l’aspetto più importante è quello dei veneti. Non ci siamo mai trovati di fronte a una chiamata del popolo come questa. E nessuno risponde al popolo».
La frecciata a Meloni
La questione del terzo mandato «è un’anomalia tutta nostra», dice ancora. «Io non perdo i sonni, ma è inaccettabile dire che si blocchino dei mandati a amministratori eletti direttamente dal popolo altrimenti si creano centri di potere. Ed è stucchevole che la lezione venga da bocche che da 30 anni sono sfamate dal Parlamento». Riferimento neppure troppo velato alle considerazioni fatte dalla premier, Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa di inizio anno, circa la necessità di limiti ai mandati dei presidenti di regione: «La Lega viene dopo i cittadini ma prima del centrodestra. Io sono a disposizione della Lega in qualsiasi progetto», dice ancora lui. E sulle aspirazioni di Fratelli d’Italia, anche queste ribadite da Meloni e non solo, va giù durissimo: «È legittimo ma allora, se ci diranno che non abbiamo amministrato bene, le strade si separano».
Le tempistiche di una eventuale riforma
I tempi per intervenire ci sarebbero ancora, dice, anche se sa bene che le aperture politiche non ci sono. E qui si inserisce l’ultimo schiaffo arrivato sempre dagli alleati: davanti alla proposta di rimandare le regionali al 2026, permettendo a lui di inaugurare le Olimpiadi di Cortina, che Zaia considera un successo anche personale, c’è stata una sprezzante chiusura, sebbene le comunali siano state invece rinviate già con un decreto ministeriale di Matteo Piantedosi: «Penso – ha proseguito Zaia – che ci siano i tempi per fare ragionamenti, ma io non sono nella stanza dei bottoni, non ho mai partecipato a riunioni. Se prima vengono i veneti, è giusto che non abbiano nulla di calato dall’alto. È necessario rispettare i veneti».