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Marco Travaglio stronca M – Il figlio del secolo: «Non racconta Mussolini ma la sua macchietta»

14 Gennaio 2025 - 09:10 Alba Romano
marco travaglio m figlio del secolo
marco travaglio m figlio del secolo
Il direttore del Fatto: Mussolini «era un personaggio serio e tragico»

Il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio scrive oggi che la serie di Sky M – Il figlio del secolo è «tecnicamente impeccabile» per cast, interpretazioni, regia. Ma ha un difetto: non racconta Benito Mussolini ma la sua macchietta. E un movimento che è la caricatura del fascismo. «Si dirà: inevitabile, è una fiction di intrattenimento, per giunta ispirata a un romanzo, quello di Antonio Scurati. Ma allora era meglio precisare che è roba di fantasia, chiamando il protagonista Bonito Napoloni come nel Grande dittatoredi Chaplin, Ermanno Catenacci come il personaggio di Bracardi, Gaetano Maria Barbagli come quello di Guzzanti in Fascisti su Marte».

La serie M – Il figlio del secolo

Secondo Travaglio il rischio è che si pensi che i personaggi che ruotavano attorno al Duce fossero proprio così: «marionette, parodie e sagome da teatro dei pupi o del grottesco. E vada a cercare conferme, trovandole, nel romanzo di Scurati, anziché documentarsi sui veri libri di storia di studiosi come Renzo De Felice, Emilio Gentile, Denis Mack Smith, Nicola Tranfaglia, Gianni Oliva, Angelo D’Orsi e altri, o di divulgatori alla Indro Montanelli, Giorgio Bocca, Arrigo Petacco». Mussolini, invece, «era un personaggio serio e tragico: non sporgeva il mento e la mascella quando teneva in braccio i suoi bambini, non passava tutto il tempo a trombare, a sproloquiare idee confuse e a far menare il prossimo, non faceva il dito medio in piena Camera, non diceva “Make Italy great again” perché non conosceva Trump (e, a scanso di equivoci: sua sorella si chiamava Edvige, non Arianna).

I fascisti su Marte

Per il direttore del Fatto «i fascisti su Marte di M non sono quelli di un secolo fa, figurarsi se somigliano a chi oggi davvero minaccia le democrazie: le big tech, i monopolisti dell’informazione, della censura e del pensiero unico, i governi tecnici e “migliori” che se ne fregano delle elezioni e, se non danno il risultato sperato dai “mercati”, le ribaltano o le annullano. L’unica, impressionante parentela sarebbe fra il Mussolini socialista che passa da neutralista a interventista e il partito della guerra dei nostri sinceri democratici atlantisti. Ma questi, siccome non indossano la camicia nera, sono bravi ragazzi».

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