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Un cavo nell’Adriatico per trasportare energia verde dall’Albania all’Italia: cosa c’è nell’accordo tra Meloni e Rama (e il ruolo degli Emirati)

15 Gennaio 2025 - 11:56 Gianluca Brambilla
italia albania energia emirati arabi
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Firmata l'intesa tra i tre governi per un progetto da un miliardo di euro. Meloni: «La transizione green sia pragmatica»

La strategia del governo italiano per la sicurezza energetica passa ancora una volta dal Medio Oriente. Oggi, mercoledì 15 gennaio, si è aperto ad Abu Dhabi il World Future Energy Summit. Un appuntamento a cui ha voluto partecipare anche la premier Giorgia Meloni, che ne ha approfittato per annunciare un accordo da quasi un miliardo di euro con Albania ed Emirati Arabi Uniti. «Sono personalmente orgogliosa di questa iniziativa, che mostra tangibilmente come nuove forme di cooperazione possono essere costruite anche fra partner che possono sembrare lontani, almeno geograficamente», ha detto la premier nel suo intervento ad Abu Dhabi.

La nuova intesa (con siparietto) tra Meloni e Rama

L’accordo – che coinvolge non solo i tre governi, ma anche i rispettivi operatori di rete e alcune aziende private – prevede la posa di un cavo sottomarino nell’Adriatico per trasportare energia elettrica prodotta con fonti rinnovabili dall’Albania all’Italia. Dopo la controversa intesa sui migranti, insomma, si rafforza l’asse tra Giorgia Meloni ed Edi Rama. «Il valore dell’infrastruttura va verso un miliardo di euro e sarà operativa al massimo in tre anni», ha promesso il premier albanese parlando con la stampa italiana prima del summit emiratino. E a conferma del buon sangue che corre tra i due leader, oggi Rama ha accolto Meloni in ginocchio e le ha regalato un foulard per il suo 48esimo compleanno. «La devi smettere con questa storia», ha sorriso Meloni, un po’ imbarazzata, prima di abbracciare il premier albanese.

La via «pragmatica» alla transizione energetica

Nel suo intervento ad Abu Dhabi, Meloni ha invitato a «essere pragmatici» sulla transizione energetica. «Semplicemente perché la realtà lo richiede», ha precisato la premier. Meloni ha quindi invitato a non «inseguire la decarbonizzazione al prezzo della desertificazione economica» e nemmeno ad «accantonare, per ragioni ideologiche, soluzioni che potrebbero invece contribuire a costruire una valida alternativa ai combustibili fossile». Di fronte alle sfide della transizione energetica, la premier suggerisce di «trovare un equilibrio tra sostenibilità e innovazione» e affidarsi a un «mix energetico equilibrato», che comprenda non solo le rinnovabili «ma anche gas, biocarburanti, idrogeno verde, la cattura del biossido di carbonio». Nel ventaglio di soluzioni suggerite c’è spazio naturalmente anche per la fusione nucleare, grande ossessione di Giorgia Meloni, «che può potenzialmente produrre energia pulita, sicura e illimitata, e trasformare l’energia da arma geopolitica in una risorsa ampiamente accessibile, in grado di cambiare effettivamente la storia».

Nuovo accordo anche con l’Arabia Saudita

Gli Emirati Arabi Uniti non sono l’unico petrostato con cui l’Italia sta stringendo accordi relativi alla transizione energetica. Ieri il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin è volato a Riad per incontrare Abdulaziz Bin Salman Al Saud, ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita. Il vertice è servito soprattutto a sottoscrivere un memorandum d’intesa tra i due Paesi, della durata di cinque anni, per rafforzare la cooperazione sui temi legati all’energia. In particolare, sul fronte delle energie rinnovabili, la riduzione delle emissioni di metano, le interconnessioni elettriche, l’idrogeno rinnovabile, l’ammoniaca e i sistemi di cattura e stoccaggio della CO2. «L’Italia – ha esultato Pichetto Fratin – sta consolidando il suo ruolo di hub energetico e ponte tra Europa e Africa, con partenariati reciprocamente vantaggiosi basati sul ruolo strategico delle energie rinnovabili e dell’idrogeno».

Gli affari di Sace a Riad

A guardare bene, però, le relazioni che il governo italiano sta intessendo con Riad non riguardano solo l’energia. Lo scorso novembre, scrive Bloomberg, Sace – agenzia di assicurazione del credito controllata dal ministero dell’Economia – ha fornito all’Arabia Saudita garanzie sui prestiti da tre miliardi di dollari. Un’iniziativa che serve a finanziare lo sviluppo di The Line, la metropoli futuristica che nei piani di Mohammed bin Salman dovrebbe arrivare a ospitare oltre 9 milioni di abitanti. Il progetto ha un costo stimato in 1.500 miliardi di dollari e vede tra le aziende partecipanti anche l’italiana Webuild, che si occupa di costruzioni e si è aggiudicata un contratto da 4,7 miliardi. A fine gennaio, sarà la stessa Giorgia Meloni a imbarcarsi su un volo per Riad per finalizzare gli ultimi dettagli e discutere di eventuali altre intese.

In copertina: L’arrivo di Giorgia Meloni ad Abu Dhabi per la Sustainability Week, 15 gennaio 2025 (ANSA/Filippo Attili)

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