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«Così Elon Musk è intervenuto per la liberazione di Cecilia Sala dall’Iran»: la rivelazione del New York Times

15 Gennaio 2025 - 23:10 Massimo Ferraro
elon musk cecilia sala liberazione ruolo nyt
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Le fonti del giornale statunitense sembrerebbero quindi spiegare i ringraziamenti della famiglia della giornalista e il meme con gli spaghetti postato da Stroppa

Il New York Times, dopo giorni di speculazioni, chiarisce che Elon Musk ha avuto un ruolo nella liberazione di Cecilia Sala, la giornalista italiana incarcerata in Iran lo scorso 19 dicembre per un braccio di ferro sull’estradizione dell’ingegnere Abedini. E spiega anche quale è stato, visto che molto si è detto sul reale coinvolgimento del patron di Tesla nella vicenda. La madre di Sala l’aveva ringraziato invitandolo a pranzo con la promessa di preparargli un piatto della cucina italiana. E Andrea Stroppa, l’uomo considerato intermediario e portavoce di Musk in Italia, aveva poi festeggiato la liberazione della giornalista pubblicando un’immagine generata con l’IA del proprietario di X che mangia un piatto di spaghetti. Come ricostruisce il New York Times, Daniele Raineri, il compagno della 29enne, aveva contattato proprio Stroppa. Raineri si era persuaso a scrivergli perché aveva letto che c’era «un canale tra Musk e i diplomatici iraniani, e che Musk lavora anche a stretto contatto con Trump». E così era, conferma ora il quotidiano statunitense, citando due fonti vicini ai canali della diplomazia di Teheran. Musk, un mese prima dell’arresto di Sala, aveva incontrato segretamente l’ambasciatore dell’Iran presso le Nazioni Unite. Proprio in virtù di quell’incontro, forse sollecitato dal messaggio recapitato da Stroppa intorno al 29 dicembre, Musk ha poi ricontattato Amir Saeid Iravani, scrive il Nyt, citando due funzionari iraniani, uno dei quali un alto diplomatico del ministero degli Esteri.

Musk sulla liberazione di Sala: il messaggio di Stroppa e l’incontro con l’ambasciatore iraniano

Il multimiliardario avrebbe quindi preso parte attivamente alla mediazione, contattando il più alto diplomatico iraniano in virtù del suo rapporto personale. «Non è chiaro come Musk, un attore sempre più attivo anche se non accreditato sulla scena mondiale dopo la vittoria di Trump, abbia sposato la causa del giornalista», si chiede il quotidiano statunitense, «è vicino al primo ministro italiano, Giorgia Meloni, che si è recata a Mar-a-Lago, la tenuta di Trump in Florida dove Musk è stato un habitué, e ha incontrato il presidente eletto il 4 gennaio». Tanto più, aggiunge il New York Times, che l’attuale amministrazione era contraria a un accordo, come quello che ha poi invece portato alla liberazione di Sala. La giornalista è stata rilasciata ed è tornata in Italia, pochi giorni dopo l’ingegnere iraniano Abedini, arrestato in Italia su mandato degli Stati Uniti, è stato scarcerato e ha potuto lasciare il Paese. «Il governo americano non era stato consultato sui negoziati, non era stato informato in anticipo dei rilasci e disapprovava l’accordo», scrive ancora il Nyt, «John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, ha dichiarato che l’accordo è stato “una decisione completamente italiana”».

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