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Gaza, c’è l’accordo su cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. L’annuncio del Qatar: quando inizierà la tregua

15 Gennaio 2025 - 20:08 Ugo Milano
accordo cessate il fuoco gaza israele hamas qatar
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Dopo l’ennesima notte di negoziati in Qatar, la tregua tra Hamas e Israele è arrivata. La Casa Bianca conferma, mentre Trump esulta: «Accordo epico»

C’è l’accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza dopo 15 mesi di guerra. In serata è arrivata l’ufficialità con la conferenza stampa del premier del Qatar al-Thani che ha definito alcuni dettagli dell’intesa tra Hamas e Israele, mediata da Usa, Qatar ed Egitto. A cominciare dalla data dell’inizio: domenica 19 gennaio 2025. Nella prima fase «verranno rilasciati 33 ostaggi israeliani», conferma il premier al-Thani. Ci sono dettagli che i negoziatori dovranno mettere a punto, specialmente nella seconda fase del piano, ma il grosso del lavoro è fatto. Il primo a dare la notizia della tregua è stato il presidente eletto Donald Trump, che si è preso il merito del cessate il fuoco. «Questo epico accordo avrebbe potuto realizzarsi solo in seguito alla nostra storica vittoria di novembre, poiché ha segnalato al mondo intero che la mia amministrazione avrebbe cercato la pace e negoziato accordi per garantire la sicurezza di tutti gli americani e dei nostri alleati», scrive su Truth. Agli incontri più recenti ha partecipato anche l’inviato per il Medio Oriente scelto da Trump, Steve Witkoff.

Nonostante la “soffiata” di The Donald ancora prima della conferma, dietro l’accordo raggiunto c’è anche un lungo, paziente e infaticabile lavoro diplomatico dell’amministrazione di Biden, che ha messo a dura prova i rapporti tra Usa e Israele e che i democratici hanno pagato in termini elettorali, con proteste di manifestanti pro-Gaza che inseguono anche oggi i loro leader accusandoli di genocidio. «Oggi, dopo molti mesi di intensa diplomazia da parte degli Stati Uniti, insieme a Egitto e Qatar, Israele e Hamas hanno raggiunto un cessate il fuoco e un accordo sugli ostaggi. Questo accordo fermerà i combattimenti a Gaza, aumenterà l’assistenza umanitaria tanto necessaria ai civili palestinesi e riunirà gli ostaggi alle loro famiglie dopo oltre 15 mesi di prigionia», sottolinea Biden, che ha definito l’accordo «il più difficile della mia vita». «Gli Usa – precisa il presidente durante una conferenza stampa alla Casa Bianca – parteciperanno alla prima fase del rilascio degli ostaggi». Anche Qatar ed Egitto monitoreranno l’attuazione della tregua. Ora l’accordo dovrà essere approvato dal gabinetto di sicurezza e dal governo israeliano, che si riunirà giovedì 16 gennaio.

I festeggiamenti sulla Striscia

Nell’enclave palestinese – nonostante le raccomandazioni del partito-milizia che invitava ai residenti di non muoversi fino all’inizio ufficiale del cessate il fuoco – migliaia di persone sono scese in strada per festeggiare. Una tregua che la popolazione attendeva con ansia ma che in molti temevano non arrivasse neanche stavolta. Poi è esplosa la gioia, e la voglia di tornare alle proprie case, anche se distrutte.

L’accordo che consentirà la liberazione di decine di ostaggi israeliani in cambio di centinaia di detenuti palestinesi era stato approvato «in linea di principio» dal leader de facto di Hamas sulla Striscia, Muhammad Sinwar, fratello del defunto Yahya. Lo ha reso noto in mattinata il Wall Street Journal. Mentre ieri, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu – incontrando il Forum delle famiglie – aveva dato di fatto per scontata l’intesa. «Israele controllerà attentamente il rispetto dell’accordo da parte di Hamas e ogni violazione sarà contrastata con una risposta mai vista prima dal movimento islamista», aveva detto, citato dai media di Tel Aviv. Dopo l’ennesima notte di negoziati aperti in Qatar, mancavano pochi «dettagli»: una delle questioni principali che doveva essere ancora definita riguardava i parametri esatti del ritiro delle Idf da Gaza, scriveva il Times of Israel.

Cosa succede ora? Le tre fasi

L’accordo prevede una tregua prolungata in tre fasi. La prima, come confermato da al-Thani, durerà sei settimane (42 giorni), durante le quali Hamas libererà 33 ostaggi in cambio della scarcerazione di diversi prigionieri palestinesi. Tra gli ostaggi che verranno rilasciati da Hamas ci sono donne, bambini, anziani e altri civili feriti o malati, ma anche 5 soldatesse. In cambio, Israele accetta di sospendere le attività militari, avviare il ritiro dell’Idf dalle città della Striscia, molte delle quali rase al suolo dai bombardamenti delle truppe israeliane, e di liberare centinaia di detenuti palestinesi. A Gaza, stando all’accordo, entrerebbero anche volumi accresciuti di aiuti umanitari (600 camion al giorno).

Nella seconda fase dell’accordo l’esercito dovrebbe completare il ritiro da Gaza in cambio del rilascio da parte di Hamas di tutti gli altri ostaggi. Ma i dettagli sull’implementazione di questa seconda fase verrebbero discussi solo a partire dal 16esimo giorno dal cessate il fuoco, lasciando un notevole margine d’incertezza. Il portavoce del premier Netanyahu, Omer Dostri, ha dichiarato, riferendosi ai dettagli dell’accordo raggiunto in Qatar, che «le notizie sul ritiro dall’asse Filadelfia (sul confine sud della Striscia) sono una completa menzogna. Il primo ministro non ha rinunciato ad un millimetro del controllo israeliano sull’asse Filadelfia». L’Idf dovrà però ritirarsi dal corridoio Netzarim che divide in due la Striscia da ovest a est.

Se tutto funzionerà, nella terza fase dell’accordo si affronterebbe il nodo – delicatissimo – del futuro governo della Striscia di Gaza, incluso il destino dei capi di Hamas. In conferenza stampa Biden ha spiegato che se le negoziazioni dovessero durare più di 6 settimane, il cessate il fuoco di conseguenza proseguirà alle medesime condizioni.

Le reazioni

L’Italia accoglie «con grande favore l’annuncio di un accordo per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas e si congratula con Egitto, Qatar e Stati Uniti per il risultato raggiunto dopo un lungo impegno negoziale che il Governo italiano – anche in qualità di Presidenza del G7 – ha sempre sostenuto con convinzione», si legge nella nota di Palazzo Chigi. «L’Italia ha seguito da vicino sin dall’inizio la dolorosa vicenda degli ostaggi nelle mani di Hamas e si aspetta ora che tutti gli ostaggi possano finalmente tornare alle loro famiglie. Il cessate il fuoco fornisce un’importante opportunità per aumentare in maniera consistente l’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza. L’Italia continuerà a impegnarsi in questo ambito, anche attraverso l’iniziativa “Food for Gaza” incentrata sulla sicurezza alimentare e la salute». L’Italia è «pronta a fare la sua parte, insieme ai partner europei e internazionali, per la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza e per consolidare in modo permanente la cessazione delle ostilità, anche nell’ottica di rilanciare un processo politico verso una pace giusta e duratura in Medio Oriente, basata sulla soluzione dei due Stati, con Israele e uno Stato di Palestina che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, all’interno di confini mutualmente riconosciuti», conclude la nota.

Dello stesso tono il commento della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen per la quale «gli ostaggi saranno riuniti ai loro cari e gli aiuti umanitari potranno raggiungere i civili a Gaza. Ciò porta speranza a un’intera regione, dove le persone hanno sopportato immense sofferenze per troppo tempo. Entrambe le parti devono attuare pienamente questo accordo, come trampolino di lancio verso una stabilità duratura nella regione e una risoluzione diplomatica del conflitto», si legge sui social. La presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, definisce l’accordo «una svolta che il mondo attendeva e di cui molti avevano bisogno»; mentre il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, plaude all’intesa, definendola «un cruciale primo passo».

Anp: «Inaccettabile che qualcuno amministri Gaza tranne noi»

Il primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese Mohammad Mustafa, durante la sua visita in Norvegia, ha affermato che «non sarà accettabile» che in futuro la Striscia di Gaza venga amministrata da nessun’altra entità diversa dall’Anp. La Norvegia è uno dei tre Paesi europei che hanno formalmente riconosciuto lo Stato palestinese a maggio. «Mentre aspettiamo il cessate il fuoco, è importante sottolineare che non sarà accettabile che nessuna entità governi la Striscia di Gaza se non la legittima leadership palestinese e il governo dello Stato di Palestina», ha detto Mustafa, aggiungendo che «qualsiasi tentativo di consolidare la separazione tra la Cisgiordania e la Striscia di Gaza, o di creare entità transitorie, sarà respinto».

Foto copertina: ANSA / MOHAMMED SABER

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