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«Un muro di uomini mi ha bloccato, risucchiato e palpato»: le 8 donne che hanno denunciato stupri a Capodanno in piazza Duomo a Milano

stupri capodanno piazza duomo milano
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Protagonisti decine di italiani, «maranza», giovani e meno giovani, immigrati di prima e seconda generazione. Si parla di una trentina di persone, per lo più uomini nordafricani

Sono in totale otto le donne che hanno denunciato di aver subito abusi sessuali nella notte di Capodanno in piazza Duomo a Milano. Nel 2025 come nel 2022, quando le stesse scene si sono viste e a queste sono seguiti arresti e condanne. Un caso di Taharrush Gamea, un’aggressione sessuale da parte di molti uomini nei confronti di una donna. Che ha visto come protagonisti decine di italiani, «maranza», giovani e meno giovani, immigrati di prima e seconda generazione. Si parla di una trentina di persone, per lo più uomini nordafricani, che avrebbero bloccato le ragazze al passaggio della Galleria Vittorio Emanuele II.

Le indagini

Le indagini per violenza sessuale di gruppo della pm Alessia Menegazzo e dell’aggiunta Letizia Mannella sono aperte al momento contro ignoti. Non sono in grado di stabilire se ci fosse un’organizzazione a monte, per ora. Ma dalle prime testimonianze risulta che almeno otto donne siano state rinchiuse in un recinto di corpi maschili che le ha isolate dagli uomini che le accompagnavano. Per poi essere toccate e palpeggiate da decine di mani. La prima a raccontare è stata la cittadina belga Laura Barbier al quotidiano Sudinfo e poi alla procura di Milano. Un’altra 20enne ha raccontato ai magistrati di essere finita «dentro un corridoio umano» e di essere stata «toccata».

L’avvocata

Agli atti c’è però anche la testimonianza di un’avvocata di Milano sulla cinquantina: «È stato tremendo, un incubo». A più di due settimane di distanza, e dopo aver presentato una denuncia, non si è ancora ripresa dallo choc. «Un muro di uomini mi ha bloccato e risucchiato», ha detto agli investigatori secondo quanto riporta oggi il Corriere della Sera. Decine di video delle telecamere di sorveglianza o girati dagli agenti mostrano la fiumana di persone che entrano ed escono dalla Galleria. Si vede distintamente Laura Barbier. E si notano alcuni uomini all’apparenza nordafricani che la puntano e la accerchiano. «Siamo stati accerchiati da una quarantina di uomini dai 20 ai 40 anni. È lì che sono cominciati i palpeggiamenti», ha dichiarato Laura.

«Sto per morire»

«Ho detto “sto per morire”», «mi sono sentita sporca», ha aggiunto, raccontando che anche le sue tre amiche hanno subitola stessa sorte. L’ha aiutata un italiano sui 40/50 anni che «voleva salvare la moglie che urlava a fianco a me». Agli atti ci sono anche le parole di una coppia di Reggio Emilia. «Mi sono ritrovata dentro un corridoio umano, un imbuto», ha testimoniato lei. È uscita dall’accerchiamento grazie al compagno che «mi ha tirata fuori con tutte le forze. Ho visto anche altre ragazze che piangevano, avevo tanta paura». E che «mentre alcuni commettevano gli abusi» altri facevano «da copertura».

Le otto denunce

Oltre a queste storie ci sono quella di una cittadina sudamericana che ha chiesto aiuto alla polizia ma senza farsi identificare. E una cittadina inglese che ha fatto denuncia in patria. Ora toccherà agli inquirenti scoprire i responsabili.

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