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Carlo Lucarelli, lo scrittore dei segreti: «Da giovane ero punk. Ho conosciuto mia moglie grazie a Fabio Fazio»

16 Gennaio 2025 - 07:20 Alba Romano
carlo lucarelli scrittore punk
carlo lucarelli scrittore punk
Presto in tv con La nave dei folli. I misteri d'Italia vorrebbe riprenderli «perché nel frattempo sono successe tante cose»

Lo scrittore Carlo Lucarelli torna in tv con La nave dei folli in onda su Sky Arte e Now dal 20 gennaio. E in un’intervista a La Stampa dice: «Ci interessava riflettere sul concetto di pazzia attraverso esempi concreti. Pazzo è considerato chi fa cose strane, ma in modo estremo. È un concetto all’apparenza semplice che va però elaborato e che è cambiano nel corso dei secoli. Alcuni che vennero trattati da folli, oggi si sa che non lo erano affatto, però del mondo avevano una diversa visione e conflittuale. Ecco: noi abbiamo scelto persone di quella visione hanno subito le ripercussioni. Se esce dalle convenzioni, anche il genio rischia di essere annoverato tra loro. Non tutti però sono genio e sregolatezza».

Lo scrittore dei segreti

Nell’intervista rilasciata ad Adriana Marmiroli Lucarelli dice che dei suoi misteri e segreti oggi amerebbe «riprendere alcuni di quelli che ho già raccontato perché nel frattempo sono successe molte cose, fatti passi avanti, celebrati processi: la strage di Bologna, Ustica, i cosiddetti “misteri di mafia”. Allora li raccontavo in modo ancora investigativo e nebbioso, oggi avrei più certezze». E spiega: «Allora mi interessavano gli attentati, le bombe, i morti. Oggi direi i soldi, la finanza: con meno cadaveri ma sempre molte morti, civili o politiche, che sarebbe bene analizzare».

Per svelare qualche mistero «non basta desecretare. Per prima cosa dovremmo trovarli quegli armadi e quei cassetti. In ogni caso, ammesso che venga tolto il segreto di Stato e che arrivino ricercatori ad aprirli e a divulgarli, non basterebbero le liste di dati e fatti. Occorrono intellettuali, storici e narratori che sappiano poi ricostruire quell’immaginario. Non basta arrivare a un processo. Persone e fatti devono essere fatti rivivere. Poi, certo, di materiale ce ne sarebbe tanto. Ma appunto: mai stato desecretato».

Discendente di Meucci

Lucarelli è discendente dell’inventore del telefono Meucci: «Era bisnonno di mia nonna, che era una Meucci. Non c’entro niente invece con i Manzoni, che pure fan parte della mia famiglia per via indiretta: lo era infatti Gaetano, secondo marito di mia madre, del ramo nobile dei Manzoni-Borghesi di Lucca con cui era imparentato Alessandro, ramo cadetto. Insomma, parentela acquisita. Nessun dna letterario in transito neppure lontanamente».

E ha avuto una gioventù punk: «Forse non più lo spirito ribelle, ma mi piace ancora quel mondo: il punk non invecchia mai. La loro musica, quello che viene definito “fracasso” da chi non sa, continuo ad ascoltarla. È sempre tempo di punk: alla fase distruttiva segue sempre quella che mette le basi per costruire. Dopo i Sex Pistols seguono sempre i Clash. Magari quello che una volta avresti chiamato punk ora lo chiami in altro modo, ma ne ha lo spirito. Una volta le mie gemelle oggi tredicenni (allora avranno avuto 10 anni) mi hanno chiesto cosa stessi ascoltando. Ho provato a spiegarlo: mi sono sentito come mio nonno mentre mi raccontava della mazurka. La loro musica sono i Vocaloid di sintesi giapponesi, oppure il rap polacco. Una volta le ho sorprese a cantare ritornelli polacchi».

Fazio e la moglie

Sulla politica, oggi dice: «sono cresciuto negli anni dell’equilibrio del terrore atomico senza averne mai paura. L’ho scoperta ora che ci sono loro. Ma viviamo a Mordano, chi mai ci bombarderà… Poi c’è il cambiamento climatico: mi preoccupa, ma mi consola pensare che la loro generazione sia più in gamba della nostra e forse riuscirà a salvare davvero il Pianeta». E spiega che fu Fazio a favorire l’incontro con sua moglie: «Andai a Che tempo che fa a presentare il mio libro sull’Eritrea, L’ottava vibrazione. Mi misero in un hotel di lusso. Al desk lavorava questa ragazza di origini eritree che mi riconobbe e mi chiese se ero io quello che aveva scritto del suo Paese. Iniziò tutto così. A un certo punto della nostra storia le dissi che non mi sarei mai sposato, non avrei avuto figli e neppure convissuto. Mi prende ancora in giro… Evidentemente il proposito era ferreo solo a parole».

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