La prof arrestata a Castellammare nega gli abusi sugli alunni davanti al gip: «Ho la coscienza pulita»
«Ho la coscienza pulita». Veronica Sposito, la prof di sostegno di Castellammare arrestata con l’accusa di violenza sessuale ai danni di sette alunni, è stata ascoltata per tre ore nell’interrogatorio di garanzia svolto dai carabinieri e dalla Procura di Torre Annunziata. Ha scelto di non restare in silenzio la docente, respingendo ogni accusa che le è stata avanzata. Sposito, infatti, ha negato di aver avuto rapporti sessuali con gli alunni e ha dichiarato che le accuse sarebbero nate perché aveva sorpreso due alunni a fumare nel bagno della scuola. Sollecitata sugli audio raccolti negli atti dell’indagine, l’insegnante si è difesa sostenendo che sarebbero stati «estrapolati da un contesto più ampio» e chiarendo che le conversazioni finite nelle mani degli inquirenti riguarderebbero solo uno degli studenti. Ora, si attende la decisione del giudice delle indagini preliminari (gip).
Le accuse, le chat e quella «malsana complicità»
Il caso di Veronica Sposito è scoppiato a metà novembre 2024 dopo che un gruppo di 30 genitori ha fatto irruzione nell’istituto Salvati di Scanzano per aggredirla con schiaffi, insulti e minacce di morte. Trasportata in ospedale, la donna ha riportato un trauma cranico, conseguenza dell’assalto scatenato dalle voci di presunti abusi sugli alunni che avevano preso a circolare tra le famiglie. Il caso si è ulteriormente complicato lo scorso 14 gennaio, quando Veronica Sposito è stata arrestata con accuse gravissime: maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne. Secondo quanto si legge nell’ordinanza di arresto, la docente avrebbe approfittato del suo ruolo per instaurare con alcuni alunni di 12 e 13 anni un rapporto caratterizzato da una «malsana complicità», selezionando le sue presunte vittime e agendo in un contesto di «soggezione psicologica». A supporto dell’accusa ci sono le testimonianze di sette alunni, oltre a chat e foto sequestrate dagli inquirenti. Tuttavia, la docente nega tutto. Nel frattempo, la procura sta indagando anche su un secondo filone: la spedizione punitiva subita dall’insegnante a novembre, un episodio che ha portato la donna a dichiarare di vivere in un costante stato di paura, tanto da «non riuscire più a uscire di casa».