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La prof arrestata a Castellammare nega gli abusi sugli alunni davanti al gip: «Ho la coscienza pulita»

16 Gennaio 2025 - 15:45 Ygnazia Cigna
scuola castellammare prof arrestata nega abusi
scuola castellammare prof arrestata nega abusi
Ecco cosa è emerso dopo tre ore di interrogatorio dell'insegnante Veronica Sposito

«Ho la coscienza pulita». Veronica Sposito, la prof di sostegno di Castellammare arrestata con l’accusa di violenza sessuale ai danni di sette alunni, è stata ascoltata per tre ore nell’interrogatorio di garanzia svolto dai carabinieri e dalla Procura di Torre Annunziata. Ha scelto di non restare in silenzio la docente, respingendo ogni accusa che le è stata avanzata. Sposito, infatti, ha negato di aver avuto rapporti sessuali con gli alunni e ha dichiarato che le accuse sarebbero nate perché aveva sorpreso due alunni a fumare nel bagno della scuola. Sollecitata sugli audio raccolti negli atti dell’indagine, l’insegnante si è difesa sostenendo che sarebbero stati «estrapolati da un contesto più ampio» e chiarendo che le conversazioni finite nelle mani degli inquirenti riguarderebbero solo uno degli studenti. Ora, si attende la decisione del giudice delle indagini preliminari (gip).

Le accuse, le chat e quella «malsana complicità»

Il caso di Veronica Sposito è scoppiato a metà novembre 2024 dopo che un gruppo di 30 genitori ha fatto irruzione nell’istituto Salvati di Scanzano per aggredirla con schiaffi, insulti e minacce di morte. Trasportata in ospedale, la donna ha riportato un trauma cranico, conseguenza dell’assalto scatenato dalle voci di presunti abusi sugli alunni che avevano preso a circolare tra le famiglie. Il caso si è ulteriormente complicato lo scorso 14 gennaio, quando Veronica Sposito è stata arrestata con accuse gravissime: maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne. Secondo quanto si legge nell’ordinanza di arresto, la docente avrebbe approfittato del suo ruolo per instaurare con alcuni alunni di 12 e 13 anni un rapporto caratterizzato da una «malsana complicità», selezionando le sue presunte vittime e agendo in un contesto di «soggezione psicologica». A supporto dell’accusa ci sono le testimonianze di sette alunni, oltre a chat e foto sequestrate dagli inquirenti. Tuttavia, la docente nega tutto. Nel frattempo, la procura sta indagando anche su un secondo filone: la spedizione punitiva subita dall’insegnante a novembre, un episodio che ha portato la donna a dichiarare di vivere in un costante stato di paura, tanto da «non riuscire più a uscire di casa».

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