Il sindaco insultato perché ha lasciato aperte le scuole nonostante il maltempo: «Denuncio tutti, le famiglie amplificano la violenza»
Giorgio Zinno, 45 anni, sindaco di San Giorgio a Cremano in provincia di Napoli, ha lasciato aperte le scuole durante l’emergenza maltempo. E in tutta risposta si è preso una serie di insulti e minacce. Tra cui uno sgrammaticato «spero che ti sparano…». Per questo ha deciso di denunciare tutto alla polizia postale. Anche a causa dei tanti insulti omofobi: «Non solo e non tanto quelle, perché ho sempre reagito viso a viso. Ma qui parliamo di minorenni che arrivano addirittura ad augurarmi la morte. Un’ondata di odio da parte di ragazzini che vanno a scuola. Bisognava intervenire e l’ho fatto, così come hanno fatto i presidi e spero anche le famiglie di questi ragazzini i quali non capiscono come l’uso scorretto dei social amplifichi la violenza», dice al Corriere della Sera.
L’emergenza e le scuole
Dopo che ha pubblicato gli insulti sui suoi canali social «mi sono arrivate le scuse da quasi tutti gli autori di quelle offese, ovviamente la solidarietà di tantissimi cittadini e associazioni. Ho deciso perciò di denunciare solo chi ha scritto commenti di rilevanza penale e non si è scusato. È un segnale necessario non per spirito di vendetta, ma per tutelare l’istituzione che rappresento e chiarire che certi comportamenti non vanno tollerati». Zinno nel 2016 è stato il primo sindaco a unirsi civilmente con il suo compagno. Oggi, dice, «purtroppo il clima è peggiorato. C’è un problema culturale e sociale in tutt’Italia e pure la politica a volte dà il cattivo esempio, l’omofobia resta una realtà», sostiene con Roberto Russo.
Chi lo insulta
E a chi lo insulta oggi dice: «Io sono pronto a invitarli in Municipio per mostrare loro com’è la giornata di un sindaco e di quante cose dobbiamo occuparci, comprese le scuole. Se non le ho tenute chiuse è perché non c’era una situazione di criticità tale da suggerirlo. Forse da questa brutta pagina può nascere il seme di una maggiore consapevolezza civile, soprattutto mi piacerebbe spiegare a quei ragazzi che con l’odio non si vive bene».