Napoli, orge in cambio di cibo: altri tre arresti per la rapina commissionata da due sacerdoti per coprire lo scandalo
I carabinieri hanno arrestato altre tre persone accusate di aver preso parte alla rapina compiuta lo scorso aprile ad Afragola su commissione di due preti, il cui obiettivo era coprire una lunga seria di abusi sessuali commessi. I fatti risalgono al 26 aprile del 2024, quando due uomini residenti nel Comune alle porte di Napoli denunciarono di aver subito una rapina nella loro abitazione. Secondo una prima ricostruzione, due banditi a volto coperti avevano fatto irruzione nella casa armati di mazze da baseball e coltelli. Nota anomala presto emersa, tuttavia: avevano rubato soltanto i cellulari delle due vittime. Anzi, è poi emerso, solo uno dei due. Il perché di quello «strano» colpo era stato poi scoperto dagli inquirenti nei mesi successivi: la rapina era stata commissionata da due sacerdoti della zona per tentare di far sparire le tracce di una brutta storia di abusi e ricatti. Una storia che andava avanti dal 2016. Il primo dei due sacerdoti, un parroco di Afragola, aveva adescato su una chat di incontri un 30enne, tunisino, con il quale aveva instaurato una relazione torbida: il giovane si concedeva a rapporti sessuali in cambio di generi alimentari, sigarette e altra assistenza. La vicenda era poi cresciuta perché il prete aveva chiesto al 30enne di coinvolgere altri ragazzi disposti a partecipare a delle orge, mentre negli incontri aveva lui stesso coinvolto anche un altro parroco. Il giovane tunisino era finito oltre tutto sotto ricatto: doveva pagare lui quegli incontri sessuali o il frate non lo avrebbe più aiutato. Alla fine il ragazzo, insieme al suo coinquilino ormai coinvolto, si era deciso a presentare denuncia, facendosi assistere da un avvocato. Rotto il patto, i due sacerdoti avevano dunque commissionato la rapina – con 5mila euro per l’«incarico» agli esecutori – per far sparire i cellulari dei due ragazzi con sopra le prove della storia.
I primi arresti e i «nuovi» complici
I primi arresti per la vicenda erano scattati il 1° agosto scorso. In manette erano finiti i due sacerdoti, i due autori materiali della rapina, l’intermediario tra mandanti ed esecutori e l’organizzatore del colpo. Sei persone in totale. Eppure fin dai primi riscontri dopo quegli arresti agli inquirenti era parso chiaro che ci fossero altre persone coinvolte. Tramite ulteriori indagini, anche con l’uso di intercettazioni, sono quindi riusciti a risalire ad altri tre soggetti legati ai primi arrestati, oltre che ad accertare «manovre finalizzate ad impedirne l’identificazione eseguite anche mediante promesse di denaro ai parenti di alcuni dei soggetti già tratti in arresto». Così come avviene nei clan di camorra, chi era già stato arrestato aveva poi ricevuto soldi dai complici che erano rimasti a piede libero. Con i tre nuovi arresti – un 52enne e due ventenni – ora il cerchio pare chiudersi. Al primo di questi il gip di Napoli Nord Caterina Anna Arpino ha poi concesso gli arresti domiciliari, mentre per gli altri due ha convalidato la custodia cautelare in carcere.