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L’ipotesi sabotaggio dietro i ritardi dei treni, tra guasti, tagli delle corse e complotti: «Ci accuseranno di aver messo i chiodi?»

sabotaggio treni guasti chiodi complotti salvini
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L'esposto dell'a.d. Donnarumma ipotizza la volontà di destabilizzare «a livello governativo». E difende così il ministro Salvini. Ma i problemi sono strutturali. E l'inchiesta interna sul chiodo ha svelato un errore umano

C’è un complotto dietro i guasti ai treni? Un sabotaggio con obiettivi di natura politica? Nella denuncia delle Ferrovie dello Stato alla Digos si segnalano problemi più o meno seri alla circolazione di ben 396 convogli negli ultimi cinque giorni. E c’è un passaggio chiave: «Non si può escludere in radice l’ipotesi che si tratti di una situazione connessa ad attività esterne e/o interne volutamente mirate a colpire gli asset aziendali». Con la finalità di «destabilizzare, anche a livello istituzionale e governativo, il gruppo Fs e il relativo management». Fs non fa il nome del politico nel mirino, ma è ovvio che si tratta di Matteo Salvini. Anche se per esempio la storia del chiodo piantato da un tecnico è finita fortemente ridimensionata dall’inchiesta interna delle stesse Ferrovie. E il ministro parla di una «battaglia politica sulla pelle dei pendolari».

I guasti e il sabotaggio

Con ordine. L’esposto di Fs fa notare che i guasti tendono a verificarsi negli orari più critici del traffico ferroviario. Tra le 5 e le 7 del mattino o tra le 18 e le18,30. E sempre in nodi nevralgici della rete. La linea Alta Velocità Firenze-Roma, la tratta tra Milano Centrale e Lambrate, la Roma-Napoli. E soprattutto la stazione Termini. Ma nell’esposto dell’amministratore delegato Stefano Donnarumma alla fine si citano soltanto sei guasti sospetti. Il famoso chiodo è il primo. Poi c’è la disalimentazione della linea elettrica dell’11 gennaio a Milano, che ha causato ritardi fino a 120 minuti.

E ancora: 13 gennaio, guasto al deviatoio di Gricignano nel casertano: 25 tra Frecce e Italo deviati e con ritardi fino a 90 minuti. 14 gennaio: all’alba la rottura della rotaia tra Valdarno Sud e Arezzo Nord, nel pomeriggio altri guai elettrici a Terontola in Toscana. A sera, tra le 18.10 e le 18.57, blackout totale a Termini a causa di «un guasto presso la cabina elettrica di Porta Maggiore», con ritardi fino a due ore su 40 treni. Infine, ieri all’alba, la «disalimentazione del deposito manutenzione alta velocità» di Roma, con altri ritardi sui treni Av che si sommavano peraltro a quelli sui regionali: nodo di Verona, Jonica, Pomezia, Domodossola-Milano.

Le segnalazioni

Non finisce qui. Il Fatto Quotidiano scrive che nei mesi scorsi erano stati segnalati altri episodi sospetti. L’incendio nel parcheggio Italferr di Roma che ha distrutto 17 veicoli aziendali è uno di questi. Poco prima del rogo due uomini incappucciati erano entrati nel deposito. L’incendio è stato appiccato con dei fumogeni. La Digos aveva parlato di un «gesto anarchico». Per questo Donnarumma pensa che ci sia una mano, interna o esterna, a generare il susseguirsi di guasti e problemi tecnici. Basta questo per parlare di un piano preordinato?

Intanto Ferrovie spende ogni anno 102 milioni di euro in rimborsi ai viaggiatori delle Frecce. Più un’altra quota per i pendolari degli Intercity. Non solo. Sempre secondo il Fatto negli ultimi decenni si sono spesi in media 6 miliardi di euro l’anno per gli investimenti e 7 miliardi per la spesa corrente. Nonostante questo la quota modale delle Fs è del 7% per i passeggeri e del 9% per le merci, la più bassa d’Europa . In questa fase sono troppi gli investimenti del Pnrr (progetti vecchi tolti dal cassetto), più della capacità di spesa di Rfi con tempi lunghi di realizzazione e enormi danni all’utenza passeggeri e merci.

6 miliardi di investimenti e il taglio delle corse

E ancora: dove finiscono i 7 miliardi di spesa corrente e i 6 di investimenti che si spendono ogni anno? Da tempo si parla di carenze manutentive, carenza di organici, incapacità di gestione dei turni del personale. E intanto si parla sempre più spesso di taglio delle corse. Proprio per evitare la congestione della rete. E allo scopo di fermare guasti e ritardi. «Sono in corso approfondimenti per modulare l’offerta di Rfi per alleggerire la pressione sui grandi impianti», ha detto ieri il ministro Ciriani in parlamento. Lo stesso Donnarumma nei giorni scorsi aveva spiegato che le stazioni di Milano e di Roma non davano la giusta priorità all’Alta Velocità rispetto a prima. Causando così i ritardi sulla linea.

Il ministro Salvini

In tutto ciò il ministro Salvini non vuole venire in Parlamento. Anche se l’opposizione lo chiede da tempo. Il vicepremier attacca Renzi, parla volentieri dei problemi di ordine pubblico che sono di competenza del Viminale. Ma di ciò di sua competenza è restio a discutere. «Salvini sta ovunque salvo dove dovrebbe. Ma è anche responsabilità di Meloni, si dirà di lei che quando governava non c’era un treno che arrivasse puntuale. Spero non accusino noi di aver messo i chiodi…», dice Elly Schlein.

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