I video nuda, i consigli per baciare e toccare, le “cose sporche” tra cugini: cosa c’è nell’ordinanza su Veronica Sposito
Veronica Sposito, l’insegnante di sostegno arrestata per violenza sessuale, avrebbe sottoposto sette suoi alunni della scuola Catello Salvati di Castellammare a «maltrattamenti psicologici». Che consistono in continue pressioni, ricatti affettivi e minacce. E li avrebbe esposti a «contesti erotici inadeguati alla loro età». I ragazzi, nati dal 2011 al 2013, venivano portati nella «saletta», ovvero un’aula dell’istituto, per parlare di sesso e per mostrare loro foto pornografiche. Tra queste, ne viene citata una che ritrae un uomo nudo disteso sul letto con il pene in evidenza. Inoltre chiedeva loro la musica preferita quando si portavano a letto qualcuno, e dicendo anche a un ragazzo come mettere la lingua quando baciava la fidanzatina e dove e come avrebbe dovuto toccarla. Secondo le indagini fatte, la professoressa invitava i ragazzi a lasciarsi andare a effusioni tra loro e a masturbarsi reciprocamente. In un caso avrebbe pure detto a due ragazzi che potevano benissimo fare le cose sporche fra loro perché il loro legame di parentela era solo fra cugini.
L’ordinanza
Questa è l’accusa contenuta nell’ordinanza che ha portato in carcere la maestra di sostegno di Castellammare. Nella quale si racconta che la prof avrebbe anche mostrato un suo video in cui, nuda, si toccava i capezzoli. E avrebbe dato del «ricchione» a uno di loro perché non manifestava interesse nei confronti dei loro discorsi. A un’alunna invece avrebbe inviato un messaggio audio con la frase: «XXX, ma quando provvedi ai cazzi tuoi? Cioè nel senso quando scendi a prenderti la banana?». In un altro caso, dopo che un alunno l’aveva guardata e si era sbottonato i pantaloni, avrebbe detto a un altro: «Vedi come si fa? Questo è sveglio, e non come te che sei un Madonna di addormentato. Questo ha già capito tutto e si è aperto i pantaloni». Avrebbe anche detto a un alunno che aveva rifiutato le sue avances sessuali che preferiva un altro, più bello.
Le accuse
In un caso avrebbe fatto ingelosire una minore dicendole di aver fatto «la sporca» con un ragazzino per cui la ragazza aveva una cotta, sostenendo di essersi messa “a pecora” di fronte a lui. Infine, dopo aver saputo che alcuni alunni avevano raccontato ai professori cosa accadeva nella saletta, li avrebbe minacciati di denunciarli, di farli bocciare, di fargliela pagare e anche di morte. Il giudice per le indagini preliminari Luisa Crasta sostiene che la professoressa «è un’insegnante che, evidentemente approfittando del proprio e della inevitabile soggezione di studenti di 12-13 anni, ha accuratamente selezionato un gruppetto di giovani di suo gradimento e ne ha fatto un gruppo compatto». Creando «una situazione mista di malsana complicità, timore e disagio». E reiterando condotte vessatorie ed abusanti.
Le esigenze cautelari
Secondo la Gip ci sono le esigenze cautelari nei confronti di Sposito a causa dell’incapacità dell’indagata a dominarsi. Perché «è assolutamente incapace di un comportamento auto-inibitorio» ed è protagonista di un’escalation criminale che determina la necessità del carcere.