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Marino Bartoletti, cosa e chi c’è dietro la fake news sulla sua morte

17 Gennaio 2025 - 14:40 David Puente
Si tratta di un network di pagine Facebook ben collaudato al fine di ottenere visite a determinati siti

Da qualche giorno circolano diversi post su Facebook che danno per morto Marino Bartoletti. A seguito della diffusione virale della falsa notizia, il noto conduttore della televisione italiana ha deciso di agire. Secondo quanto dichiarato in un’intervista rilasciata a Elvira Serra per il Corriere della Sera, si sarebbe rivolto alla Polizia Postale per intervenire contro quelli che definisce «sciacalli». Si parla di un post su Facebook contenente la falsa notizia, che sarebbe stato rimosso a seguito del clamore suscitato dalla reazione del conduttore. Tuttavia, la realtà è un’altra: dietro questo contenuto c’è un network di pagine che opera all’interno di un sistema di monetizzazione sfruttando le emozioni delle persone attraverso il clickbait.

Lo screenshot del post poi rimosso dalla pagina

Il network Facebook del clickbait

Il 12 gennaio 2025, alle ore 23:28, la pagina Facebook Emozioniamoci pubblica un post (archiviato qui) identico a quello contestato da Bartoletti. Infatti, troviamo la stessa immagine del conduttore con la scritta Sto morendo e lo stesso testo introduttivo: «L’amato volto della Tv italiana confessa: “Mi mancano solo 8…Altro…». Nello stesso giorno e intorno allo stesso orario, il contenuto contestato viene condiviso anche da altre pagine: L’Angelo del Cuore (link, archiviato qui), Nature & Paradise (link, archiviato qui), Emozioni del Cuore (link, archiviato qui) e La vita è bella (link, archiviato qui).

Sono molto seguite (oltre 777 mila follower per Emozioniamoci, 708 mila per L’Angelo del Cuore, 343 mila per La vita è bella, 208 mila per Nature & Paradise e 170 mila per Emozioni del Cuore) e, come vedremo, condividono le stesse immagini e short link con orari ben precisi.

L’obiettivo: generare visite con il clickbait

L’obiettivo dei post è quello di spingere gli utenti, sfruttando la loro emotività e curiosità, a cliccare nell’articolo condiviso nel primo commento, pubblicato dalla pagina stessa. L’url, e il codice in esso contenuto è sempre lo stesso («3RvSH2X»), è uno short link generato e fornito dalla piattaforma Bitly.

Lo short link reindirizza l’utente verso un articolo dal titolo «La confessione lascia pubblico e fan senza parole: “Mi manca..”» pubblicato dal sito Fidelity Donna del network Fidelity House.

L’articolo è lungo e non arriva al punto tanto ricercato dagli utenti. Questi, infatti, devono proseguire nella lettura attraverso un ulteriore link che rimanda alla seconda pagina.

Gli articoli di Fidelity

Il sistema risulta collaudato e ripetitivo. In un post del 15 gennaio 2025, pubblicato dalla pagina Nature & Paradise (archiviato qui) troviamo un altro volto televisivo, quello della coreografa Carolyn Smith, con il seguente messaggio ingannevole: «Carolyn Smith all’età di 64 anni ci ha l…Altro…».

Nel primo commento troviamo uno short link di Bitly che reindirizza gli utenti all’articolo di Fidelity Donna dal titolo «Carolyn Smith, l’annuncio arrivato ai suoi 64 anni» (archiviato qui). Per scoprire la vera storia, gli utenti devono cliccare un ulteriore link, quello della seconda pagina dell’articolo si parla della perdita del suo cagnolino Scotty. Il sistema, così elaborato, permette al sito di ottenere più visite per pagina e soprattutto la visualizzazione dei banner pubblicitari per la monetizzazione.

Il network Facebook di “Pasquale”

Non è possibile indicare un collegamento diretto tra Fidelity e i gestori delle pagine Facebook che condividono gli articoli. Risulta più probabile la presenza di un “ente terzo” che faccia da intermediario, probabilmente un’agenzia pubblicitaria, che paga il titolare delle pagine a seconda delle visite che riesce a far ottenere a Fidelity Donna attraverso questo genere di condivisioni clickbait. In che modo vengono conteggiati i click? Attraverso lo short link di Bitly e i parametri presenti nell’url finale che riportano un nome: «Pasquale». Il nome è presente nell’url più completo, indicato in due parametri: «utm_medium=P0100_Pasquale» e «utm_campaign=P0100_Pasquale».

Come spiegato sulla guida di Bitly, questi parametri permettono di conoscere la provenienza degli utenti: il parametro «utm_source» indica la sorgente di provenienza (che potrebbe essere Facebook), mentre il parametro «utm_campaign» la campagna utilizzata per ottenere i click. In entrambi i casi dei personaggi televisivi, Bartoletti e Smith, troviamo gli stessi parametri: «utm_source=P0100», «utm_medium=P0100_Pasquale» e «utm_campaign=P0100_Pasquale». Ciò ci permette di comprendere che le pagine sono legate al nome Pasquale e al codice identificativo P0100.

La pagina “Bella dentro”

Tramite il proprio account Instagram, Bartoletti aveva condiviso lo screenshot del post Facebook contenente la fake news sul suo conto. Ecco il commento del conduttore:

Dunque ci risiamo. Sono… morto di nuovo. E a distanza di pochi mesi Provo a prenderla sul ridere (anche se stavolta qualcuno la pagherà davvero cara, perché persino le carogne e gli avvoltoi dovrebbero avere il senso del limite): secondo voi io perdo tempo a morire proprio alla vigilia del settantacinquennale del Festival di Sanremo con tutte le cose che ho da fare? Un affettuoso vaffan@@lo, cari sciacalli di “Bella dentro”. Per ora vi affido alle coccole della mia affezionata comunità, che penso sia felice di avermi vivo ancora (molto) a lungo

La pagina si chiama “Bella dentro” ed opera come le altre indicate in questo articolo: una descrizione clickbait, un’immagine contenente un elemento emozionale e il link a Fidelity Donna nei commenti (un esempio archiviato qui). Rispetto alle altre pagine, nei parametri del link riscontriamo il codice «utm_source=P0100» e «695FH» («utm_medium=P0100_695FH» e «utm_campaign=P0100_695FH») al posto di «Pasquale», indicando probabilmente un titolare diverso.

Il programma Fact-checking di Meta

Open è partner del programma Fact-checking indipendente di Meta. Venendo a conoscenza della fake news, e individuate le pagine, i post sono stati etichettati come falsi (non rimossi, come prevede da sempre il programma) al fine di informare gli utenti che l’hanno vista e condivisa.

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