Napoli, guerriglia urbana per il cippo di Sant’Antonio. Borrelli: «La città è in mano ai delinquenti» – Il video
C’è stata una «guerriglia urbana» nella notte tra giovedì 16 e venerdì 17 gennaio a Napoli. Lo denuncia Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, che ha assistito in diretta agli scontri e documentato il tutto riprendendo con il suo telefono. I momenti di «follia», come li descrive il parlamentare, sono avvenuti durante la notte di Sant’Antonio Abate, ricorrenza in occasione della quale si accendono falò per la tradizione del cippo. Secondo Borrelli, la situazione è sfuggita di mano, con roghi in diversi punti della città, lanci di sassi, bottiglie di vetro, bombe carta e sassaiole contro vigili del fuoco e forze dell’ordine. Scene che hanno spinto il deputato campano a chiedere l’intervento dei «carri armati» in città.
I falò e le sassaiole contro vigili del fuoco e polizia
Nella denuncia social di Borrelli si legge: «Si sono registrati diversi roghi ed incidenti in tanti punti della città. Quarteri Spagnoli, Forcella, Sanità, Salvator Rosa, Mergellina, Corso Garibaldi. Nel Rione Sanità, a Piazza San Gaetano, oltre 100 ragazzi hanno appiccato il fuoco ad un cippo alto almeno 4 metri. Le bande hanno voluto mettere in chiaro il loro potere sfidando le Istituzioni a colpi di sassi e lanci di bottiglie di vetro e bombe carta. Infatti diverse sassaiole contro i Vigili del Fuoco e le forze dell’ordine sono avvenute proprio alla Sanità, a Chaia alla Torretta, a via Salvator Rosa. Alcune gazzelle dei carabinieri sono rimaste danneggiate e con i vetri frantumati».
«Una sconfitta delle istituzioni e dello Stato»
Il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra descrive ciò che è accaduto la scorsa notte come «una sconfitta delle istituzioni» e «la morte dello Stato», che «consegna le chiavi della città ai delinquenti». Le forze dell’ordine, continua il racconto di Borrelli, «hanno fatto quel che hanno potuto ma la verità è che sono in sotto numero mentre c’è sovrabbondanza di teppisti e giovani criminali e fermarli tutti attualmente è impossibile. Dall’altra parte c’è evidentemente un certo timore nell’affrontare queste bande trattandosi soprattutto di minorenni. Quindi la situazione è questa: servono nuovi agenti sul territorio e un cambio di paradigma, se non si è determinati molto presto non sarà più possibile porvi rimedio». Insomma, più sicurezza ma anche più prevenzione. Una parola, quest’ultima, che secondo Borrelli «sembra essere scomparsa dal vocabolario del governo».