«Ragazzi in cella costretti a dormire per terra, come Cecilia Sala in Iran». La denuncia del garante dei detenuti sul carcere minorile di Torino
Ci sono ragazzi dentro il carcere minorile Ferrante Aporti, a Torino, che dormono per terra e vivono in condizioni che «si potrebbero equiparare alle carceri iraniane, come dimostra la triste esperienza di Cecilia Sala». A dirlo è Mario Serio, garante nazionale dei detenuti, che a proposito dei giovani rinchiusi nella prigione del capoluogo piemontese parla di ragazzi «spogliati completamente della propria dignità». Dentro l’istituto di Torino, dice Serio in un’intervista alla Stampa, ci dovrebbero stare al massimo 46 detenuti. I dati del garante del Piemonte, invece, parlano di 54 posti occupati, un fatto definito «particolarmente grave perché parliamo di un istituto penitenziario minorile».
La situazione al Ferrante Aporti di Torino
E sono proprio quegli otto detenuti “extra” che, secondo alcune denunce, dormirebbero su materassi appoggiati a terra. «Non è più solo un problema di sovraffollamento ma di condizione degradante della persona. È inaccettabile», continua Serio. Secondo il garante nazionale dei detenuti, le condizioni in cui vivono i detenuti del Ferrante Aporti rischiano di far scoppiare una rivolta, come già accaduto lo scorso agosto: «Purtroppo è inevitabile. La successione di queste condizioni materiali e psicologiche è talmente gravosa che può eccitare gli animi e costituire la scintilla che può far scoppiare l’incendio. Bisogna prevenire azioni violente».
L’appello al governo e al parlamento
Nell’intervista alla Stampa, Serio sottolinea come la denuncia sulle condizioni dell’istituto minorile torinese sia arrivata, tra gli altri, anche da un sindacato della polizia penitenziaria. Questo, fa notare Serio, «implica che a soffrire delle carenze carcerarie non sono solo i detenuti ma anche gli agenti, costretti ad agire in circostanze estreme». Il garante nazionale rivolge dunque un appello al governo e al parlamento. Perché «è interesse dello Stato non tollerare» situazioni come quella del Ferrante Aporti e trovare «risposte immediate», per esempio il trasferimento di alcuni detenuti.
Foto copertina: ANSA/Alessandro Di Marco | Il carcere minorile Ferrante Aporti di Torino