L’Ue chiede a X chiarimenti su algoritmi e moderazione dei post. Ma le destre invitano Elon Musk a Strasburgo
La Commissione europea ha chiesto a X alcuni nuovi chiarimenti nell’ambito dell’indagine avviata a fine 2023 su presunte violazioni del Digital Services Act da parte della piattaforma social. L’azienda di Elon Musk dovrà fornire entro il 15 febbraio tutta la documentazione richiesta, che riguarda – tra le altre cose – l’algoritmo sui contenuti suggeriti agli utenti e le modifiche alle politiche di moderazione dei contenuti. Un «ordine di conservazione» chiede poi a X di conservare documenti e informazioni interne riguardanti future modifiche a progettazione e funzionamento degli algoritmi. Infine, l’esecutivo di Ursula von der Leyen chiede a X di poter accedere ad alcune interfacce tecniche, così da verificare come avviene la moderazione dei contenuti e cosa determina la viralità degli account.
L’indagine della Commissione Ue
L’indagine su X avviata dalla Commissione europea riguarda una presunta violazione del Digital Services Act (Dsa), il regolamento europeo entrato in vigore nel 2023 che prevede obblighi precisi per i colossi del web nella lotta alla disinformazione e la tutela degli utenti. Nelle scorse settimane, l’esecutivo comunitario è stato molto criticato dai gruppi politici di centro e centrosinistra del Parlamento europeo, che rinfacciano a von der Leyen e alla commissaria finlandese Henna Virkkunen di non fare abbastanza per sanzionare le politiche lacunose delle piattaforme social. In particolare, non è piaciuto il silenzio che ha fatto seguito all’annuncio di Mark Zuckerberg, ceo di Meta, sulla chiusura dei programmi di fact checking a partire dagli Stati Uniti.
Il pressing dei Socialisti su von der Leyen
Il pressing di Socialisti, Liberali e Verdi sulla Commissione europea non riguarda soltanto le politiche di moderazione dei contenuti delle piattaforme social. Il problema, piuttosto, sembra essere proprio Elon Musk, che da mesi interviene nelle questioni interne di alcuni Paesi europei, spesso prendendo le parti dei partiti più a destra e attaccando chiunque osi criticarlo. Nel caso della Germania, per esempio, il patron di X ha insultato pubblicamente il cancelliere Olaf Scholz e appoggiato l’ultradestra di Alternative für Deutschland in vista delle prossime elezioni del 23 febbraio.
Lo scontro politico in Europa su Musk
Lo scontro tra le diverse forze politiche sul protagonismo di Elon Musk emergerà chiaramente il 21 gennaio, quando al Parlamento europeo si terrà un dibattito sulla protezione della democrazia sulle piattaforme social. «Dov’è la Commissione Europea e cos’ha intenzione di fare ora che si è accorta che la piattaforma X non rispetta le norme?», chiedono in un appello congiunto alcuni europarlamentari socialisti e liberali in una lettera a Ursula von der Leyen. Alla loro richiesta se ne aggiunge però un’altra, proveniente dall’ala opposta dell’emiciclo. Una quarantina di eurodeputati dei Patrioti e dei Conservatori e riformisti, tra cui il meloniano Carlo Ciccioli, hanno chiesto infatti alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola di invitare il proprietario di X a parlare in aula a Strasburgo. Il motivo? «Il suo approccio visionario potrebbe riportare l’Ue a essere un polo di creatività».
Foto copertina: EPA/Olivier Hoslet | Ursula Von der Leyen e la commissaria Henna Virkkunen