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Da Verdone a Sanremo 2024, la sorpresa Lucio Corsi : «È il momento giusto per andare, odio gli eterni bambini» – L’intervista

19 Gennaio 2025 - 15:20 Gabriele Fazio
Dal cammeo nel film di Carlo Verdone all'incontro con Carlo Conti: «Resto un cantautore impegnato, ma ho scelto di fare questa esperienza concentrandomi sulla musica»

Nella terza stagione di Vita da Carlo, Verdone assume il ruolo di direttore artistico del Festival di Sanremo e si ritrova a scongiurare Lucio Corsi, che interpreta se stesso, di partecipare, perché ha bisogno della sua qualità come cantautore, la qualità delle sue canzoni. Chissà se anche l’altro Carlo, Conti, il vero direttore artistico della prossima edizione del Festival della Canzone Italiana, si è ritrovato costretto ad inseguire l’artista classe 1993 di Grosseto per sentire suonare sul palco dell’Ariston la sua ballad Volevo essere un duro. Probabilmente no, ma che il cast da lui formato, così come quello formato dal predecessore Amadeus, avesse bisogno di un pò più di impegno per non rimanere mortificato nei meandri di hit e attività social con Fedez, Tony Effe, Achille Lauro, Elodie…questo è certo.

La serie di Carlo Verdone

La soluzione all’enigma, con una sola battuta, la offre a Open lo stesso Corsi: «Vado da un Carlo all’altro, alle volte le coincidenze vanno assecondate». In realtà non è che il personaggio interpretato nella serie di Verdone sia così lontano da quello che oggi si appresta ad esordire sul palco più luminoso e scottante del circuito musicale italiano, «Ci si sta scomodi in televisione – infatti ammette a Open, prima di sdrammatizzare ancora con una battuta – le fanno sempre più sottili», ma prosegue: «Era il momento giusto per fare questa esperienza e va vissuta così: come un’esperienza».

La maturità

Così via verso il Festival, sconosciuto al largo pubblico della Rai, una promessa già ampiamente mantenuta invece per quel che riguarda gli addetti ai lavori, miglior artista indipendente dell’anno al meeting delle etichette indipendenti di Faenza, tre album all’attivo, uno migliore dell’altro, il prossimo già pronto per il post-festival, dimostrando di essere un artista sulla scia del grande cantautorato italiano, quello per il quale oggi il paese prova una gran nostalgia. Negli occhi di Lucio Corsi brilla la passione autentica, un talento gigantesco che lo porta a comporre riuscendo a trasmettere un sempre più raro stato di necessità. Una condizione che fa ben presagire per il futuro, inteso come sua carriera di cantautore ma anche per quel che riguarda noi come pubblico. Un futuro in cui l’impegno è assicurato, anche perché, come dichiarato sempre a Open: «Maturare è sacrosanto, odio gli eterni bambini».

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