Andrea Balbo, chi è il professore vicino a Valditara scelto per riportare il latino alle medie: «Devono impararlo anche gli stranieri»
Docente all’Università di Torino, ricercatore, tra i più importanti latinisti d’Italia, presidente della sottocommissione dedicata alla lingua degli antichi romani. Sono questi alcuni dei più importanti titoli di Andrea Balbo: l’esperto scelto dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara per stabilire le modalità con cui il latino tornerà nei programmi delle scuole medie come parte di una riforma per combattere l’analfabetismo funzionale, pur rimanendo facoltativo. Alla guida di una commissione ad hoc, il docente 54enne studierà come inserire la lingua in un percorso adatto ai tempi che corrono, attualizzando quanto abbandonato nel 1978, l’ultimo anno in cui il latino fece parte dei programmi della scuola secondaria di primo grado.
Il rapporto di Andrea Balbo con Valditara
Oltre a essere uno dei più importanti latinisti d’Italia, Balbo è anche una vecchia conoscenza di Valditara. I due si incontrarono quando il ministro insegnava diritto romano all’Università di Torino. Ruolo che non ricopre più dal suo ingresso nel governo. Nei suoi confronti, Balbo prova ammirazione: «Lo seguivo quando ero giovane – spiega il professore all’edizione torinese del Corriere della Sera in un’intervista a cura di Mattia Amola –, era capo dipartimento e prese dei provvedimenti importanti a favore dei dottorandi di ricerca per l’aumento delle borse. È una persona che stimo, con il quale ho piacere di collaborare».
«Con il latino alle medie si va avanti, non indietro»
A chi è contrario al ritorno della lingua degli antichi romani, ritenendolo un passo indietro, il professore risponde ribaltando il paradigma: «Riteniamo il latino alle medie non come un ritorno indietro ma come un modo per guardare avanti. Abbiamo disegnato una struttura in fortissima collaborazione con materie come storia, italiano. È un idioma che fa parte della cultura del nostro paese. Rinunciarci a priori sembrava sbagliato», dichiara Balbo, che risponde anche a chi sostiene che il latino sia una lingua morta.
Il latino per gli studenti stranieri
«Io non direi che è morta, è silente», aggiunge il docente. «È possibile riscontrarla anche nel nostro quotidiano: a Torino, ad esempio, sono presenti numerose lapidi. Ricordiamo, infine, come l’italiano sia la forma contemporanea del latino. Ci sono parole fondamentali come “costituzione”, repubblica” che arrivano proprio da lì. È un tesoro da restituire agli studenti, che consente di comprendere le origini del linguaggio che utilizziamo oggi». E incalza: «Dovrebbe essere studiato anche dagli stranieri che vivono e studiano qui e poi acquisiranno la cittadinanza. Ai genitori consiglierei di iscrivere i propri figli ai corsi facoltativi»
Nuovi programmi di latino anche alle superiori
Balbo svela qualche retroscena sul progetto di reintroduzione del latino previsto nella nuova riforma della scuola di Valditara. «Ci hanno nominato l’estate scorsa, sono stato contattato e ho subito accettato. Tanti anni fa, poi, avevo già collaborato in vari ruoli al Ministero, ad esempio per la stesura delle prove di maturità». Aggiunge il latinista: «Stiamo lavorando su tutti i livelli scolastici – precisa il docente –, anche sulla revisione delle indicazioni per le superiori. Sul primo ciclo di istruzione, invece, c’è stata una proposta specifica da parte del ministro che già da tempo pensava a una possibile reintroduzione. I singoli istituti possono già far partire dei corsi facoltativi ma sono in diminuzione da tempo.