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Niente referendum sull’Autonomia differenziata, lo stop della Consulta: «Il quesito non è chiaro»: via libera a quelli su cittadinanza e Jobs Act

20 Gennaio 2025 - 19:15 Redazione
Corte Costituzionale
Corte Costituzionale
Senza un quesito chiaro, si complica la scelta per l'elettore secondo la Corte costituzionale. Esulta il presidente del Veneto Luca Zaia. Quali sono gli altri cinque referendum approvati

La Consulta ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della legge sull’Autonomia differenziata delle Regioni. A emettere la sentenza sono stati gli attuali undici giudici della Corte Costituzionale. La Corte ha rilevato che «l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari». La Consulta si era già espressa il mese scorso in merito alla cosiddetta «legge Calderoli», sottolineando – ai fini di compatibilità costituzionali – la necessità di correzioni su sette profili della stessa legge: dai Livelli essenziali di prestazione (Lep) alle aliquote sui tributi.

Il quesito non è chiaro

Nel dichiarare inammissibile il referendum abrogativo sull’Autonomia differenziata delle Regioni, la Consulta rileva che «l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari. Ciò pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore». Per la Consulta «il referendum verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull’autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull’art. 116, terzo comma, della Costituzione: ciò non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale».

Esulta Luca Zaia

«Per la seconda volta – commenta Luca Zaia – la Corte costituzionale conferma tutta la propria autorevolezza sulla questione dell’autonomia. La prima volta con la sentenza relativa al ricorso contro la legge Calderoli, in cui la Consulta ha analizzato il merito della legge fornendo alcune indicazioni per apportare correttivi, pur confermandone la piena legittimità. Oggi, con questa nuova sentenza, la Corte costituzionale mette fine alla vicenda referendaria con l’assoluta imparzialità che deve esserle propria».

Quali referendum sono stati ammessi

La Consulta ha dichiarato ammissibili i cinque referendum che riguardavano cittadinanza per gli extracomunitari, Jobs Act, indennità di licenziamento nelle piccole imprese, contratti di lavoro a termine, responsabilità solidale del committente negli appalti. Il referendum sulla cittadinanza punta a dimezzare da 10 a 5 anni i tempi di residenza in Italia per uno straniero maggiorenne extracomunitario perché possa richiedere la cittadinanza. Quelli sul lavoro proposti dalla Cgil prevedono uno l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs act.; l’altro riguarda la cancellazione del tettori all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese; il terzo vuole eliminare alcune norme sull’uso dei contratti a termine; infine il quarto è relativo all’esclusione della responsabilità solidale di committente, appaltante e subappaltante negli infortuni sul lavoro.

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