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L’insegnamento di Mattarella: va nella scuola dei due bimbi che ricevettero degli insulti razzisti per un’iniziativa davanti a una libreria

20 Gennaio 2025 - 12:33 Alba Romano
sergio mattarella visita scuola palermo razzismo bambini
sergio mattarella visita scuola palermo razzismo bambini
«Vivere insieme e dialogare fa crescere», questo il messaggio del presidente della Repubblica agli oltre 300 studenti di un istituto musicale palermitano. E la confessione: «Volevo fare il medico ma nella vita si cambia»

«Crescere insieme, scambiarsi opinioni, abitudini e idee, ascoltare gli altri è una ricchezza». Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è rivolto agli oltre 300 studenti dell’Istituto De Amicis-Da Vinci di Palermo. Una visita a sorpresa, o meglio tenuta nascosta dagli insegnanti e dalla dirigente scolastica, dopo che due alunni sono stati vittime di insulti e commenti razzisti di fronte a una libreria durante l’iniziativa scolastica «Io leggo perché».

Gli insulti e la sorpresa di Mattarella: «Volevo fare il medico»

Erano di fronte al negozio insieme agli altri compagni di classe per raccogliere fondi destinati all’acquisto di libri quando i due bambini, di quinta elementare e originari del Ghana e delle Mauritius, hanno subito lo scorso ottobre commenti e insulti per il loro colore della pelle. Appena questa vicenda ha raggiunto il capo di Stato, Mattarella ha subito programmato di recarsi di persona all’Istituto musicale De Amicis-Da Vinci in via Serradifalco. «Non sapevano della visita e hanno scoperto che l’ospite era speciale quando lo hanno visto», ha spiegato sorridente la dirigente scolastica Giovanna Genco. Prima il presidente della Repubblica ha incontrato gli studenti della 5 C, la classe multietnica dei due alunni, che gli hanno rivolto qualche domanda. «Abbiamo parlato di cultura, lettura e musica. Gli hanno chiesto quali fossero i suoi sogni e che lavoro desiderasse fare da bambino», ha continuato a spiegare Giovanna Genco. «Lui ha risposto che avrebbe voluto fare il medico, ma che nella vita si cambia». Sulla lavagna era disegnata una grande bandiera tricolore.

L’importanza dello scambio in un mondo «unito e senza confini»

Il presidente Mattarella si è poi trasferito in aula magna dove l’orchestra dei ragazzi della scuola secondaria ha suonato due brani di Giuseppe Verdi, il coro delle Zingarelle dalla Traviata e il «Va, pensiero» dal Nabucco. «Siete una scuola che – con la cultura, con la lettura e con la musica – esprime i valori veri della convivenza», ha detto agli studenti. Valori importanti in un mondo «sempre più unito, connesso e senza confini». Proprio per questo «Vivere insieme e dialogare fa crescere. È una ricchezza quella di crescere insieme, scambiarsi opinioni, abitudini e idee, ascoltare gli altri. E voi lo state facendo». Il discorso si è concluso con un ringraziamento speciale ai ragazzi: «Auguri per il vostro futuro, per i vostri studi e per quello che svilupperete». Ma anche a chi insegna: «Un’impresa difficile ma esaltante».

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