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Il Big Tech alla corte di Trump: anche Bezos e Zuckerberg con Elon Musk al Campidoglio Usa

20 Gennaio 2025 - 17:50 Filippo di Chio
donald trump elon musk jeff bezos mark zuckerberg insediamento casa bianca
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Alla cerimonia d'insediamento del nuovo presidente presenti i tre uomini più ricchi al mondo, nonostante gli screzi del passato

Alla rotunda di Capitol Hill, a Washington, i tre uomini più ricchi del mondo si mimetizzano in giacca e cravatta nella folla presente alla cerimonia di insediamento di Donald Trump, 47esimo presidente degli Stati Uniti. A partire da Elon Musk, con una ricchezza stimata è di 433.9 miliardi di dollari, braccio destro del tycoon durante l’ultima campagna elettorale. Un sostegno che gli è valso frequenti comparsate sui palchi della campagna elettorale Usa al fianco del futuro presidente, con standing ovation annessa, e la nomina a capo del nuovo dipartimento dell’Efficienza governativa (Doge). Insieme a lui non passano di certo inosservati Mark Zuckerberg e Jeff Bezos.

Trump e quegli antichi dissapori con Bezos e Zuckerberg

Facebook-man e Amazon-man, rispettivamente terzo e secondo nella classifica delle persone più ricche al mondo con due imperi dal valore complessivo di 450 miliardi di dollari. Inutile dire che la presenza di Zuckerberg e Bezos impreziosisca la cerimonia di insediamento di Donald Trump. Tre sedie al Campidoglio sono riservate per i tre miliardari, come lo erano la mattina di lunedì 20 gennaio alla funzione religiosa alla chiesa di St. John. Con tutto quello che può – e non può – significare in termini di sostegno economico e politico alla nuova amministrazione. E fa ancora più effetto se si pensa che solo qualche anno fa lo stesso Zuckerberg aveva bannato Trump dai suoi social Instagram e Facebook (e il presidente aveva risposto minacciando le manette). L’inserimento di Dana White, amico di Trump e ceo di Ufc, nel consiglio d’amministrazione di Meta aveva però anticipato la donazione milionaria al fondo dedicato all’insediamento del tycoon. Anche Bezos, come Zuckerberg, in passato aveva dichiarato di «non apprezzare» Trump. Ma ora che «the Donald» torna a essere l’inquilino della Casa Bianca, sembra tutta acqua passata.

Tra big tech e amministratori delegati

Tra gli spettatori della cerimonia al Campidoglio non mancano i rappresentanti e gli amministratori delle principali big tech mondiali. Da OpenAi con Sam Altman a Apple, con il ceo Tim Cook. Passando per Sundar Pichai, amministratore delegato di Alphabet. Ma i miliardari non sono certo finiti: Miriam Adleson, Tilman Fertitta e Todd Ricketts gestiscono un patrimonio di oltre 50 miliardi di dollari. A cui si aggiunge Brian Armstrong, guru della crypto. La seconda amministrazione Trump prende così il via sotto l’egida di miliardi di dollari e di alcuni tra gli uomini più potenti del mondo. Cosa succederà di questi sodalizi, poi, è ancora tutto da vedere.

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