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YMCA e il concerto per Trump, i Village People spiegano: «Biden era il nostro candidato, ora la musica unisca l’America»

20 Gennaio 2025 - 17:02 Ugo Milano
donald trump village people ymca
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Il gruppo aveva criticato in passato l'utilizzo della loro canzone da parte del tycoon. Ieri sono saliti sul palco con lui e hanno risposto alle accuse di ipocrisia

Quante cose possono cambiare in cinque anni? Chiedetelo ai Village People, anzi alle note della loro hit senza tempo Y.M.C.A. che hanno suonato in prima persona sul palco della Capital One Arena di Washington, 24 ore prima dell’insediamento del presidente americano Donald Trump. Negli Stati Uniti quella melodia la conoscono alla nausea: sono anni che è la colonna sonora inconfondibile di ogni evento del tycoon, che l’ha resa virale in abbinamento con la «Trump dance». Eppure, non molti mesi fa gli stessi Village People lamentavano un «uso illecito della loro musica». Ipocrisia? Questione di soldi? Per loro è una semplice opportunità: «Sappiamo che questo non farà piacere ad alcuni di voi, ma crediamo che la musica vada eseguita senza tener conto della politica».

La spiegazione: «Uniamo il paese con la musica»

Le parole rivolte ai fan sono pubblicate sul social Facebook: «La nostra canzone Y.M.C.A. è un inno globale, che speriamo aiuti a riunire il paese dopo una campagna elettorale tumultuosa e divisa da cui è uscito sconfitto il nostro candidato preferito». Il riferimento a Joe Biden, che ha incrementato le critiche nei loro confronti, è seguito da una spiegazione icastica: «Crediamo sia giunto il momento di unire il paese con la musica». insieme a loro hanno suonato anche la star del country Carrie Underwood e il cantante classico Cristopher Macchio.

Village People contro Trump

Il legame ormai indissolubile tra Trump e la musica dei Village People inizia nel 2020, quando la canzone risuona durante un comizio in Florida dopo che l’allora (e l’attuale) presidente era guarito dal Covid. La reazione del gruppo era stata mista, quasi confusa: «Tutti hanno il diritto di ballare Y.M.C.A., indipendentemente dalla loro appartenenza politica. Preferiremmo però che la nostra musica fosse tenuta fuori dalla politica». Un anno dopo, con Biden ormai insediato nella Casa Bianca, avevano esultato: «Per fortuna ormai [Trump] non è più in carica, quindi sembrerebbe che il suo uso illecito della nostra musica sia finalmente terminato». Dalla parte di Trump la risposta era stata senza molti peli sulla lingua: «Dovrebbero essere grati al Trump per aver permesso loro di ricomparire sulla stampa. Non li sentivo nominare da decenni. Mi fa piacere sapere che esistono ancora», aveva detto l’avvocato del presidente.

L’opportunità colta al volo e i milioni grazie a Trump

Ma Trump non aveva alcuna intenzione di smettere, anzi: «Sapete cosa fa scatenare le persone? Y.M.C.A. Fa alzare la gente e ballare», aveva detto nel 2022 in un podcast. Victor Willis, uno dei fondatori dei Village People, aveva però capito il potenziale della «collaborazione» con il tycoon. Era intervenuto facendo ritirare a sia moglie Karen una lettera di desistenza: «Le ho detto: “Sembra che a Trump piaccia davvero Y.M.C.A. e ci si sta divertendo molto”. Non ho avuto il coraggio di impedirgli di continuare a usare la mia canzone».

A dicembre lo stesso Willis aveva aperto alla possibilità di suonare per Trump: «Poiché il presidente eletto ha fatto così tanto per Y.M.C.A. e ha portato tanta gioia a così tante persone, se chiedesse ai Village People di eseguire la canzone dal vivo per lui, dovremmo prenderlo seriamente in considerazione». Ed eccoci a domenica 19 gennaio: il tycoon esalta una folla di cappellini rossi inscenando la sua Trump dance mentre i Village People suonano. Un piccolo prezzo da pagare per i milioni di dollari guadagnati e per il nuovo e inaspettato successo: la hit del 1978 è schizzata in vetta alla classifica Dance/Electronic song di Billboard.

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