Caos treni, Salvini alla Camera: «La rete ferroviaria è sotto attacco». Schlein: «Chiedete scusa, Meloni è la premier dei treni in ritardo» – Il video
«Quando ci sono disagi la prima cosa da fare è scusarsi, come giustamente ha fatto Ferrovie dello Stato. Ma ho auspicato di intervenire in Aula per denunciare inaccettabili anomalie. La rete ferroviaria è oggetto di attacchi, ormai da anni. Un grande Paese come l’Italia non si farà mai intimidire». Lo ha detto il ministro dei Trasporti Matteo Salvini nell’informativa alla Camera sul caos treni che ha chiesto in prima persona di svolgere per informare i parlamentari su quelle che il ministero sospetta siano le vere ragioni dietro il caos treni che ha mandato in tilt i trasporti ferroviari nelle ultime settimane. «Un premier in carica nel 2014 disse che era in atto un’operazione di sabotaggio contro le strutture ferroviarie, poi però, come con troppe cose dette da quel premier, anche in quel caso alle parole non seguirono i fatti», ha detto Salvini, attaccando senza mai menzionarlo per nome e cognome Matteo Renzi. Quindi il vicepremier ha sciorinato la lista di «incendi, guasti ed esplosioni a catena» verificatisi negli ultimi tre mesi, che, ha annotato, «guarda a caso dopo aver presentato esposto si sono interrotti». Fs ha infatti presentato pochi giorni fa un esposto in procura per denunciando la presunta intenzione di danneggiare volutamente la rete ferroviaria e la società stessa. Salvini ha poi ricordato il numero eccezionale di cantieri attivi sulla rete. «L’impegno senza precedenti per ammodernare la rete nell’ambito del Pnrr può creare dei problemi», ha notato il vicepremier. Sull’Alta Velocità il 75% dei treni arriva in orario, ha poi aggiunto, ricordando come «negli ultimi anni i risultati peggiori in termini di puntualità si riferiscono all’anno 2018 (ministri dei Trasporti di Pd e M5s, 68% di puntualità) e poi nel 2020 (70%, ministro del Pd). In ogni caso, ha detto Salvini, «faremo di tutto per garantire trasporti efficienti e sicuri».
Schlein: «L’unico spostamento che le interessa è il suo al Viminale»
All’attacco del vicepremier sono in Aula le opposizioni. A intervenire per il Pd, la segretaria Elly Schlein. Che non fa sconti né a Salvini né alla premier Giorgia Meloni. «Lei ci ricorda che Fs si è scusata ma la domanda a cui vogliamo risposta è quando si scusa lei e quando si scusa Giorgia Meloni», attacca Salvini la leader dem. «Non passa giorno che la situazione non peggiori: andate a chiederlo come facciamo noi a pendolari, studenti e lavoratori. Chi governa, lei, ha la responsabilità di garantire il diritto alla mobilità in questo Paese. Lei non fa più il ministro dell’Interno: non è possibile che l’unico spostamento che l’interesse è il suo al Viminale. Si rassegni: Giorgia Meloni non lo vuole», è poi l’affondo politico di Schlein. Che chiede conto dei disagi pure direttamente alla premier: «Il governo di Giorgia Meloni sta bloccando l’Italia. Ha lasciato le briciole nella legge di bilancio per i trasporti pubblici, mentre drenano risorse i grandi cantieri per il Ponte sullo Stretto o il progetto Cpr in Albania». Il messaggio finale per Meloni evoca velenosamente un noto detto del Ventennio fascista: «Quando lei non sarà più premier, la ricorderanno come quella che quando c’era lei non c’era un treno che arrivasse in orario».
Avs, M5s e Italia Viva all’attacco
Se il Movimento 5 Stelle si dice sconcertato per come Salvini tenti di farsi scudo dei presunti atti di sabotaggio per nascondere il caos e i disagi, da Avs Angelo Bonelli alza i toni della polemica: «AHo ritrovato in casa una chiave inglese. Anche da me allora sono venuti gli anarchici?». Poi l’affondo: «Abbiamo un ministro che non fa il suo dovere. È impegnato a fare altro, le interessa altro? Allora si dimetta». E se davvero ci sono sabotaggi, è la domanda di Bonelli, «cosa fa il ministro dell’Interno Piantedosi per proteggere la rete ferroviaria?». Ad intervenire per conto di Italia Viva è infine Maria Chiara Gadda, che sbugiarda il ministro sulle accuse “implicite” a Matteo Renzi. «Lei ha citato i sabotaggi del 2014 sbagliando la citazione. Fu Maurizio Lupi, oggi parte della sua maggioranza, a parlare allora di atti di terrorismo, e Renzi dovette spegnere l’incendio. E nel 2018 il vicepresidente del Consiglio era lei». E su X Davide Faraone mostra il vuoto tra i banchi del governo durante l’audizione di Salvini: presenti solo i rappresentanti della Lega. «Evidentemente i ministri degli altri partiti avevano altro da fare», ironizza Gadda.
January 21, 2025
La difesa d’ufficio della maggioranza
In soccorso del vicepremier fanno quadrato invece in Aula i partiti di maggioranza: la Lega, ma anche Forza Italia e Fratelli d’Italia. E ancora Maurizio Lupi per Noi Moderati, che per una volta quasi perde le staffe nel ribaltare le accuse sull’opposizione.
In copertina: Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini alla Camera per l’informativa urgente sulla situazione della rete ferroviaria nazionale – Roma, 21 gennaio 2025 (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)