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Il corto circuito sul comandante libico arrestato a Torino e poi liberato. La Procura: «Irrituale, andava informato il ministro»

21 Gennaio 2025 - 20:54 Stefania Carboni
comandante libico
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Comandante della polizia giudiziaria libica, Najeem Osema Almasri Hoabish è indicato da molti come il responsabile della prigione di Mitiga, dove gli oppositori politici vengono torturati. Su lui pendeva un mandato della Corte penale internazionale

«Il Procuratore generale chiede che codesta Corte dichiari l’irritualità dell’arresto in quanto non preceduto dalle interlocuzioni con il ministro della Giustizia, titolare dei rapporti con la Corte penale internazionale; ministro interessato da questo ufficio in data 20 gennaio, immediatamente dopo aver ricevuto gli atti dalla Questura di Torino, e che, ad oggi, non ha fatto pervenire nessuna richiesta in merito. Per l’effetto non ricorrono le condizioni per la convalida e, conseguentemente, per una richiesta volta all’applicazione della misura cautelare. Ne deriva la immediata scarcerazione del pervenuto». È quanto si legge nell’ordinanza della corte di Appello di Roma, che dispone l’immediata scarcerazione di Najeem Osema Almasri Hoabish, il cittadino libico arrestato due giorni fa a Torino.

Chi è Najeem Osema Almasri Hoabish, il comandante libico della polizia giudiziaria

Comandante della polizia giudiziaria libica, era stato fermato questa domenica a Torino, in esecuzione di un mandato della Corte penale internazionale. Viene da molte fonti indicato come il responsabile della prigione di Mitiga (Tripoli), struttura, dove avvengono torture, in cui finiscono in cella oppositori politici e terroristi dello Stato Islamico. Najeem Osema Almasri Hoabish, secondo quanto riporta La Stampa, era in compagnia di altre persone, subito espulse. Si trovava in un albergo a Torino, per seguire poi una partita di calcio. A effettuare il fermo, non appena è arrivata la notifica della sua presenza in Italia, è stata la Digos, seguendo le disposizioni del tribunale dell’Aia. «L’arresto di Osama Najeem deve essere un’opportunità per porre fine al ciclo di impunità e delle violazioni dei diritti umani delle milizie libiche», aveva precisato Amnesty International in merito al fermo. L’Italia «deve adempiere al proprio obbligo fondamentale di arrestare tempestivamente e consegnare alla Corte Penale Internazionale (Cpi) tutte le persone con mandati di arresto emessi dalla stessa, incluso Osama Najeem». Ma poche ore dopo il comandante Hoabish era già in volo verso Tripoli, dato il no alla convalida dell’arresto da parte della Corte d’Appello di Roma.

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